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Enrico dove sei?
In questo maggio meteorologicamente ballerino Alice Basso torna in libreria con il quinto capitolo dedicato alle avventure di Vani Sarca, la ghostwriter e investigatrice più eclettica e amata del momento. Questa volta le doti della nostra eroina saranno impiegate per la ricerca di una persona scomparsa a lei molto vicina: Enrico Fuschi. Eh sì, perché il capo delle prestigiose Edizioni L’Erica, circa dieci giorni prima dei fatti attualmente narrati ha fatto un qualcosa (che non preannuncio onde evitare spoiler per chi ancora non avesse avuto modo di leggere il volume precedente) che non permetterà più alla scrittrice di appellarlo quale uomo dalla stronzosità mastodontica, dalle scelte editoriali alquanto discutibili nonché individuo fatto della stessa sostanza di cui sono fatti i registratori di cassa, perché, semplicemente, Fuschi ha rinunciato a un affare milionario e lo ha fatto proprio ed esclusivamente per la sua protetta, per non distruggerle la vita. Il consiglio d’amministrazione della casa editrice non ha preso bene questa decisione ed Enrico ha ben pensato di uscire di scena sparendo nel nulla (e sotto il naso della trentaquattrenne romanziera fantasma e del commissario Berganza), così come se nulla fosse, in maniche di camicia, senza giacca, chiavi, telefono o portafogli. Ha imboccato la porta di casa e da quel momento nessuno lo ha più visto e/o ha saputo nulla di lui. A questa prima storia, se ne contrappone una seconda che ha inizio nel ’92 e che ha come protagonisti una giovane ragazza dalle treccine bicolore e un ragazzo avvezzo alla lettura ma affatto educato ad essa.
Con grande maestria la Basso tesserà e intreccerà le fila di entrambe evolvendone le rispettive trame onde giungere ad un epilogo godibilissimo e a doppia interpretazione perché rappresenta una svolta per tutti i protagonisti presenti all’interno della saga, in senso positivo o negativo. Può tradursi in un finale che effettivamente conclude la serie o in un finale che costituisce un giro di boa, un cambio di rotta verso un nuovo spartito e un nuovo registro narrativo. Questo, però, lo scopriremo solo con il tempo e dipenderà in gran parte dalla fantasia della milanese e della sua voglia di continuare a scrivere o meno su questa già intessuta e sfruttata pentalogia. Per ora non possiamo far altro che goderci questo episodio con tutte le sfaccettature, i colpi di scena e le risate che la sua inconfondibile penna sa regalarci.
“Un caso speciale per la ghostwriter” è un romanzo gradibilissimo, ben costruito, solido, curioso, magnetico, avvalorato da quello stile narrativo e da quei personaggi che è sempre un piacere ritrovare. Una riconferma.
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