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Guardie e ladri
Bari è dilaniata dalle faide, che culminano nel tragico rapimento del figlioletto di una capocosca.
Il rivale, sospettato come responsabile del rapimento, si consegna alle autorità per tutelare la propria vita e collabora con la giustizia (“Un nome all’operazione… Estate fredda”). Mentre la confessione viene verbalizzata, giunge la notizia di un evento terribile (“A Palermo… Pare che Falcone e la moglie li stiano portando in ospedale”).
Per il maresciallo Fenoglio sono tutte occasioni per riflettere sulla sua etica (“Non mentire a se stessi… non farne un fatto personale… non affezionarsi alle proprie congetture, non abusare del proprio potere”) e per disinnescare il reato dei sequestri lampo (“In realtà nessuno di quelli che hanno subito i sequestri brevi ha mai denunciato”).
La panoramica offerta dall’autore sulle organizzazioni mafiose ha riconfermato la ripugnanza che nutro nei confronti di una mentalità inconcepibile, totalmente aliena a quella occidentale, e il disprezzo che provo nei confronti di chi investe energie e ingegno in architetture criminose tanto elaborate.
Giudizio finale: verbalizzato, certosino ai limiti del compiacimento nella ricostruzione di riti assurdi e spregevoli usanze mafiose.
Bruno Elpis
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