Dettagli Recensione
Top 50 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
I "tempi nuovi" sono ancora lontani.
Ritorna Carlo Monterosso, autore televisivo di fama e investigatore per diletto, personaggio caro ad Alessandro Robecchi: questa volta, sempre collaborando con l’amico Oscar Falcone e con una poliziotta, la sovrintendente Agatina Cirielli, stanca della solita noiosa e spesso inconcludente routine del commissariato e decisa a mettersi in proprio, indaga su misteriosi e ingenti flussi di soldi (sono milioni di euro!) provenienti da attività illecite e consegnati tramite ignari e occasionali corrieri ad una organizzata banda di criminali che ricicla il denaro sporco e lo riconsegna “pulito” ai mittenti, trattenendo ovviamente una congrua percentuale. Tutto fila liscio come l’olio, finchè un ignaro corriere viene trovato assassinato: partono le indagini, quelle ufficiali dei poliziotti Carella e Ghezzi, ben noti a chi ha già letto i gialli della serie, e quelle parallele di Monterosso e Falcone, questa volta aiutati dalla nuova socia. L’indagine è però complicata dalla presenza di una affascinante avventuriera che si rivolgerà a Monterosso per ritrovare il compagno scomparso: da qui tutta una serie di sorprese che porteranno ad un colpo di scena finale sorprendente ma non del tutto inatteso (per un lettore smaliziato). Sullo sfondo una Milano d’oggi, con le sue mille attrattive, bella e scintillante in superficie, amara nel sottofondo, denso di attività illecite, di locali malavitosi ove corruzione e soprusi la fanno da padroni e dove scorrono fiumi di denaro inimmaginabili. Robecchi ci fa quasi toccare con mano questo mondo, con il suo stile scorrevole ed accattivante, ben conscio che, vi piaccia o no, questo è l’andazzo di una metropoli con i suoi incorreggibili vizi. Non mancano, oltre ai consueti protagonisti della serie, i ben noti comprimari: Katrina, la fedelissima domestica di Monterosso, con i suoi straordinari manicaretti, la signora Rosa, moglie di Ghezzi, la diabolica Flora de Pisis conduttrice del programma trash della TV Crazy Love, scene melodrammatiche costruite ad arte per smuovere i dati dell’Auditel. E poi ci sono i cosiddetti “tempi nuovi” del titolo: tempi nuovi per modo di dire, sembra ammiccare sornione l’autore, perché, citando Goethe “ lo spirito dei tempi è lo spirito degli uomini nei quali i tempi di rispecchiano, e questo è spesso così meschino!” (Faust). Infatti, in una vicenda parallela, i nostri investigatori tentano invano di incastrare un bullo che terrorizza una compagna di scuola: ma l’autore dei soprusi è figlio di un ben noto e autorevole professore, e la trasmissione televisiva che dovrebbe far luce sulle violenze subìte dalla ragazza viene, per ordini dall’alto, modificata.
Un giallo ben strutturato che rivela, se ce ne fosse ancora bisogno, l’abilità dell’autore nel cogliere lo spirito dei tempi e nel disegnare un mondo televisivo artefatto e diseducativo ed una Milano sotterranea malandrina. Ma “i tempi nuovi” sono ancora lontani …