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Inquietudine diffusa
Il commissario Soneri non può stare in pace neanche in vacanza. Cerca riparo tra i monti perché vorrebbe isolarsi per ricaricare le energie, ma si ritrova in un paesino di montagna circondato da un bosco ostile, luogo di silenziosi agguati e viene costretto ad indagare, per dare supporto all’arma dei carabinieri che, pur dispiegando le sue forze, non riesce a venire a capo degli enigmi. Lo stile è ricco di dialoghi, descrittivo veramente al minimo, ti induce a sentirti parte della comunità locale e questo ti fa sentire addosso un senso di inquietudine diffuso, che è la stessa paura che avvertono gli abitanti. Perché la paura intacca gli animi come la ruggine, quella peggiore è quella di cui non conosciamo l’origine, soprattutto perché è più insidioso ciò che sta dentro di noi di ciò che sta fuori. Bella l’escalation finale, con tante domande ancora senza risposta.