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"Difesa di un colore"
Km 123 è l’ultimo libro edito di Andrea Camilleri. Un libro che si legge velocemente, forse dovuto alla prosa che trascina e non vede mai la comparsa nel narrato di nessuna parola in dialetto.
La storia avvince e stupisce, anche nella sua intima semplicità. Un uomo, Giulio, impresario edile, viene speronato in una buia e piovosa notte, proprio sull’Aurelia al km 123. La sua amante, Ester, giovane donna, sposata con Stefano, avvocato, è disperata. Non riesce a rintracciarlo. Fino a quando a rispondere al telefono è Giuditta, la moglie di Giulio, che la informa sulla impossibilità per lui di parlare, vista la sua condizione ospedaliera. Da lì inizia una commedia degli equivoci: Giuditta, visto il tradimento denuncia il marito alla Guardia di Finanza, e chiede la separazione. Ma si vendica. A modo suo. Terribile ed inconsueta. Ma non sempre quello a cui si assiste è la verità. E il colpo di scena finale stupisce e spiazza.
Un racconto lungo che inizia come una commedia rosa, classica, che pare seguire i canoni tradizionali del genere. Ma si trasforma ben presto nel genere tanto caro all’autore, di cui è superbo rappresentante.
Al fondo del testo un’appendice interessante, molto colta, intitolata “Difesa di un colore”, ed è la trascrizione di un convegno, a cui l’autore ha partecipato, intitolato “Scrittori e critici a confronto”, tenutosi all’Università degli Studi di Roma il 24-25 marzo 2003. Un approfondito excursus sul giallo e la sua storia, a partire dal suo colore che contraddistingue il genere: appunto, il giallo, da cui ha avuto inizio la stessa Collana Mondadori, qui più volte citata, e di cui ricorre proprio quest’anno il novantesimo anno di vita. Un intervento che si distingue, preciso, e dotto. Ma non poteva che essere così.