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Giallo al km 123
Un cellulare spento destinatario di messaggi d’amore disperati, un incidente al km 123 di via Aurelia da Grosseto verso Roma, un uomo, Giulio Davoli, gravemente ferito. Un sinistro che fa pensare ad un incidente, un testimone, il signor Corradini ex collaudatore con molta pratica e esperienza alla guida, che afferma con assoluta certezza che si è trattato senza ombra di dubbio di un tamponamento volontario, "non una sbandata bensì una correzione di sterzo calcolata al millimetro". Il conducente ha cioè preso l’altra macchina non centrandola per aver la certezza di spingerla in avanti in modo da farla ruotare su se stessa e farla finire nella scarpata. Una moglie dal temperamento freddo che non esita ad attuare la sua vendetta nel momento meno aspettato tanto da destare persino qualche sospetto su un possibile coinvolgimento nel tentato omicidio del coniuge. Nondimeno, altri fatti misteriosi di minacce e altre morti, si susseguono. Che sia lei l’artefice di tutto? Qual è il vero ruolo della ventottenne Ester? Che sia stata soltanto “amante” del cinquantacinquenne Davoli oppure il suo atteggiamento apparentemente leggero, frivolo, preda degli stati emozionali più eterogenei (dalla gelosia all’amore, alla frustrazione), non aveva altro che lo scopo di celare astiose e implacabili intenzioni?
Un giallo perfettamente architettato questo breve romanzo di appena 138 pagine e interamente articolato attorno all’infedeltà coniugale e a quel circolo vizioso che ruota ininterrotto attorno al km 123. Un testo di breve lettura dove gli elementi propri di Andrea Camilleri si fondano con perfetta armonia e si ritrovano tutti. Una storia, ancora, rapida e di facile scorrimento che purtroppo si esaurisce in appena un’ora e mezzo ma che ha la capacità di invogliare alla lettura il conoscitore dall’inizio alla fine. Quest’ultimo è infatti curioso di apprendere dell’arcano, della sussistenza o meno di una serie di omicidi concomitanti, di chi è effettivamente l’artefice del piano che ha portato alla rovina del Davoli e alla “libertà” di altri.
Non certamente il miglior Camilleri ma comunque un elaborato piacevole, godibilissimo e dove alcunché è come appare.