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Il carnefice
 
Il carnefice 2019-03-22 15:24:16 sonia fascendini
Voto medio 
 
2.3
Stile 
 
2.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
2.0
sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    22 Marzo, 2019
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troppa roba

A volte gli autori si fanno prendere un po' troppo la mano e lasciano uscire dalla penna tutte le idee, molte delle quali, se non tutte anche discrete, che gli passano per la testa. Non sempre la somma di tante cose buone da un risultato altrettanto buono. A volte, e secondo me questo è il caso, ne esce un pastrocchio difficile da digerire, che con qualche semplificazione sarebbe invece stato piuttosto gradevole. La storia che ci racconta Francesca Bertuzzi è quella di una ragazza omosessuale, con un passato di immigrata clandestina e quindi di vita ai margini, che adesso fa l barista ed è perfettamente integrata in un paesino di provincia. Anzi, lo sarebbe se fosse meno scontrosa e sopra le righe. Subito nella prima pagine viene aggredita al termine del suo turno di lavoro e subisce anche un tentativo di stupro. Ne esce piuttosto malconcia, mentre il suo aggressore, grazie all'aiuto del suo datore di lavoro finisce in ospedale in coma. Fin qui tutto chiaro, poi le cose si complicano e si confondono parecchio. A Danny viene recapitato un messaggio, dove sua sorella le chiede aiuto. Peccato che la bambina sia morta di malattia già da parecchi anni. Di qui iniziano incontri con un'ambigua ricatttrice/complice, indagini sul passato torbido di alcuni abitanti di San Giusto che danno un quadro piuttosto inquietante della località e dei dintorni. In mezzo a tutto questo l'autrice decide anche di tenerci informati sulle vicende sentimental/sessuali dei protagonisti comprese quelle di Huan il cane di Danny. In particolare le notizie relative a quest'ultimo credo avrebbero potuto essere tranquillamente omesse senza intaccare minimamente la trama. Strada facendo incontriamo personaggi sempre più improbabili, un traffico di esseri umani, contrabbando di preziosi a livello internazionale, associazioni a delinquere che coinvolgono personaggi di spicco, conflitti a fuoco di quelli del tipo" non ho mai usato una pistola in vita mia, ma guarda un po' all'improvviso sono diventato un incrocio tra un cecchino e un agente segreto". Non posso dire che il finale sia scontato, perché visto tutto il putiferio che c'è stato nelle pagine precedenti mi sarei aspettata qualcosa di diverso. Però in definitiva oltre ad essere poco credibile, come del resto lo è buona parte del libro, è anche banale.

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