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settima puntata per les italiens
Con Ragione da vendere, Enrico Pandiani, torna sulla scena letteraria con una nuova puntata che vede protagonisti i membri des Italiens. Chi sono les italiens? Sono un gruppo di oriundi italiani in fora al Quai des Orfèvres di Parigi, legati tra loro da un forte senso di amicizia, capitanati da Patrick Le Normand, detto:
“Detto il gran patron , l’uom di sasso o il pezzo di granito in forma umana- è il direttore delle brigate della polizia giudiziaria. Lui non parla, abbaia; non guarda, fissa; non ti si rivolge, ti fa il mazzo.”
Les italiens:
“è così che ci chiamano alla Crim, perché quella è la nostra origine, che piaccia o meno. Siamo una squadra e una famiglia, ognuno di noi è scampato alla strada e alla vita, e stringendo i denti è arrivato fin qui.”
Questa volta affrontano un caso del tutto particolare: in una tranquilla notte d’agosto avviene l’assalto da parte di una banda armata ad un furgone portavalori. E’ giocoforza assistere in diretta per il commissario Mordenti e per il suo fido Servandoni ad una sparatoria, dove ci scappa pure il morto. Infatti viene ucciso un cittadino britannico, recatosi in Francia per trattare l’acquisto di oggetti di valore inestimabili. E nello stesso tempo viene, anche, rapita una giovane donna, suo avvocato. Come si collegano i due fatti? La trama è fitta e complicata e rischia di mettere in discussione anche i rapporti internazionali con la Gran Bretagna e non solo. Per il commissario Mordenti e i suoi un caso complesso da risolvere, in un momento delicato per loro, che vede il triste e malinconico trasloco dal famoso 36 Quai des Orfèvres ad una sede periferica più grande, ma molto meno pregnante di significati. Per cui:
“I nostri uffici sembravano una topaia. Ma erano i nostri uffici, il posto dove avevo passato buona parte della mia vita. Comunque sarà doloroso lasciare il cuore di Parigi, questo quartiere, i bistrot dove conoscono le nostre abitudini. E per cosa? Per seppellirci alla Porte de Clichy. Ho paura che la grande boite mi mancherà.”
A complicare indagini già molto delicate anche l’avvento sulla scena di una bella e misteriosa investigatrice torinese, con la quale Mordenti sente di avere qualcosa in comune, ma che non riesce ad individuare con precisione, per cui:
“Mentre la stringevo e sentivo il suo cuore battere contro il mio, ho provato una sensazione particolare, come se lei e io fossimo legati da una sorta di passato comune.”
Una storia intrigante ed affascinante, ricca di colpi di scena. Da notare la delicatezza con cui Enrico Pandiani va delineando figure femminili complesse ed intricate, sempre trattate e descritte con rara gentilezza e una delicatezza da ammirare. Di rara sapienza letteraria è la descrizione del mondo dell’arte e del particolare connubio con la musica, narrati con puntigliosità e precisione di ricerca.
Un libro che mescola azione ed investigazione, con particolare riflessione sul significato di quest’ultima, per cui:
“La bellezza di questo lavoro è legata al grado di doppiezza che capita di trovarsi davanti, alla quantità di elementi che possono portarti fuori strada e allo sforzo richiesto per evitarli.”.
Infine un particolare plauso ad un autore che da ben sette puntate pubblica una serie di grande fascino, che non annoia mai il lettore, che, al contrario, viene coinvolto in un vortice sensazionale di emozioni e di colpi di scena. Un libro che mescola con erudizione le atmosfere tipiche dei gialli hard-boiled alla Dashiell Hammett a quelle del noir classico. Una lettura trascinante ed avvincente.