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Nuove prospettive per l'ispettore Stucky
Fulvio Ervas, dopo aver pubblicato, con meritato successo, Finchè c’è prosecco c’è speranza, per non parlare di Se ti abbraccio non avere paura, torna con un nuovo giallo: C’era il mare, protagonista l’ispettore Stucky. Un libro così riassunto:
“Due omicidi, due piste, due città: l’ispettore Stucky indaga a Treviso, Luana Bertelli a Marghera. Quando un terzo uomo muore a metà strada, la pista diventa una sola.”.
La vicenda è complicata ed inizia da due omicidi, un uomo viene trovata morto su una panchina con accanto un foglio bianco, e un altro, invece, con una scritta su vernice rossa. Due piste intricate che all’apparenza nulla hanno in comune. Cosa può legare, infatti, un vecchio giornalista di nera e un sindacalista dell’epoca d’oro delle lotte sociali? A complicare ulteriormente una matassa già di per sé ingarbugliata, la morte di un vecchio e ricco avvocato nella sua villa. L’ispettore si rapporta alle indagini, come lui stesso afferma, non come una gatta da pelare, ma come:
“una lince.”.
Che significa? Significa, forse, che qualcuno sta abilmente manovrando i nuovi giochi? Che qualcuno fa apparire ciò che non è? La lettura fornisce le risposte per un libro gradevole, fresco, intrigante, che si divora in un attimo. Un giallo ben costruito e ben delineato, con personaggi, e trama che corrispondono bene alle caratteristiche del genere a cui appartengono. Buona lettura.