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Il mutamento di Rocco Schiavone
Torna Rocco Schiavone, felice creatura scolpita dalla sagace penna di Antonio Manzini, in Rien ne va plus. Questo libro, va detto, è il naturale seguito del precedente Fate il vostro gioco. Quest’ultimo aveva visto l’omicidio di Romano Favre, croupier al casinò di Saint Vincent. Le indagini si erano parzialmente concluse con la cattura dell’assassino, il croupier Arturo Michelini, ma il vero movente dell’omicidio era rimasto irrisolto. E Rocco Schiavone non si rassegna, perché lui è:
“un vicequestore e ragionava sulle totalità del dolore.”
Nel frattempo il nemico di un tempo, Enzo Baiocchi, ha chiesto di parlare con il giudice Baldi, promettendo di fare rivelazioni importanti circa un brutto episodio riguardante il passato romano di Rocco. Contemporaneamente avviene una strana rapina: il furgone portavalori blindato della Assovalue, con due guardie armate e un carico di milioni di euro provenienti dal casinò, scompare. Una delle due guardie viene ritrovata mezza morta in un prato, successivamente. Rocco non è convinto di nulla e tutto gli puzza di bruciato, ad iniziare dalla situazione assai problematica del casinò, per cui:
“La tributaria sta marcando stretto i vertici del casinò ed ovviamente i pezzi grossi della Regione”.
Rocco è convinto che la rapina sia direttamente collegata all’omicidio Favre. Ma dimostrarlo non sarà facile, poiché, dovrà nuovamente fare i conti con il suo passato ingombrante, meditando persino una fuga lontana.
Il fascino della narrazione è indubbio. Personalmente ho notato ed apprezzato un Rocco Schiavone più umano, meno arrabbiato e in preda a tanti “forse”, più riflessivo, meditabondo, molto malinconico e triste. Un magistrale colpo di scena alimenta una storia narrata con perizia ed avvincente prosa, come in tutti i libri di Antonio Manzini.