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L' "odore" di un giallo
Ed eccoci all’attesissimo seguito di “Fate il vostro gioco” uscito ad appena un mese di distanza, praticamente un libro unico, ed eccoci di nuovo alle prese con il vicequestore Rocco Schiavone.
Il romanzo prende l’avvio proprio da dove era finito l’altro, il colpevole della morte di Favre è in prigione ma i dubbi rimangono: qual è il vero motivo del suo omicidio? Cosa aveva scoperto o cosa nascondeva il pensionato? Quando poi un furgone portavalori con l’incasso del Casinò sparisce letteralmente nel nulla Schiavone capisce che la rapina è strettamente collegata all’omicidio Favre ma anche al Casinò stesso . Il caso si complica ancora di più quando le due guardie giurate che guidavano il furgone vengono ritrovate una narcotizzata e semiassiderata, l’altra cadavere in un torrente.
Ma Schiavone questa volta deve combattere anche con il suo passato, con quel segreto che sta venendo alla luce, contro un nemico del quale non conosce la motivazione ma che lo controlla e lo ostacola tanto che ad un certo punto penserà soltanto a fuggire.
Ma questo è il romanzo dove Rocco Schiavone diventa ancora più umano, ha voglia di “famiglia” anche se quella che ha è in prestito –“Guardò Gabriele, Cecilia, si vide seduto insieme a loro e per la prima volta dopo tanti anni respirò un’aria che gli avrebbe lasciato l’illusione di una tranquillità familiare”- e viene ferito per la prima volta in azione, lui che non porta mai la pistola.
L’autore piano piano sta facendo maturare Rocco Schiavone e noi possiamo seguire i suoi cambiamenti, anche Marina si allontana sempre di più fino a diventare quella che realmente è un fantasma, mentre gli si avvicinano sempre di più le vite dei suoi uomini che in questo capitolo sono anche un po’ più protagonisti ed autonomi.
Che altro dire? Un nuovo romanzo scritto molto bene, con un personaggio che ormai mi ha stregata e del quale sento già la mancanza fino alla prossima avventura che ci sarà visto che Enzo Baiocchi e Sebastiano sono fuggiti. Allora a presto Rocco Schiavone.