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Mila e il buio di internet
Torna Donato Carrisi, con Il gioco del suggeritore, un sequel de Il suggeritore, uscito nel lontano 2009. Un giallo dalle tinte fosche, che mette in guardia dai pericoli insiti in Internet. Che però non mi ha convinto del tutto. Ma andiamo con ordine.
Che cosa è il gioco di cui si fa riferimento nel titolo? Il gioco è:
“Due, ma alcuni lo chiamano l’Altrove. Venne messo on line poco prima dell’inizio del nuovo millennio: per questo la grafica non è sofisticata come quella dei videogame moderni. Ma secondo me il suo aspetto vintage è anche la sua autentica bellezza.”
E il suggeritore chi è e che cosa è?
“Si chiamavano suggeritori o “killer sublimali”, il più famoso era stato Charles Manson. Si circondavano di adepti e costituivano “famiglie”. Uccidevano attraverso gli altri. Sceglievano un tramite, lo plagiavano e infine lo convincevano ad assecondare i propri istinti più oscuri.”
Qui entra in scena Mila Vasquez, una ex poliziotta, un po’ sui generis, che dopo l’ultimo violento caso di cui si è occupata, decide di abbandonare tutto e trasferirsi nella tranquilla quiete del lago, con la figlia Alice. Lei è una poliziotta specializzata nella ricerca di persone scomparse, e lavora in un ufficio un po’ particolare, chiamato Il Limbo. E’ una creatura che:
“è dal buio che vengo. Ed è al buio che ogni tanto devo ritornare….
Col tempo aveva compreso il motivo di quel dono oscuro. Mila si era resa conto di essere un portale, un accesso segreto verso una dimensione fatta di tenebra e malvagità. Quel passaggio, una volta aperto, non poteva più essere chiuso.”
E col buio non può evitare di scontrarsi quando Mila viene chiamata ad occuparsi della scomparsa nel nulla di una intera famiglia. La madre chiede aiuto con una telefonata proveniente da una fattoria isolata, dove il tempo sembra essersi fermato: niente illuminazione, niente tecnologia se non un vecchio cellulare mai usato prima … Ma quando i soccorsi arrivano non trovano nessuno, nient’altro che sangue sparso ovunque. Mila è travolta, sente e percepisce che la tragedia la riguarda e quando è la stessa figlia Alice a scomparire, non può che entrare in azione. Inizia così un percorso nei meandri oscuri e nascosti di Internet, dove il reale si mescola al virtuale in una accozzagliaa di situazioni e di intrighi difficili da districare.
L’autore dimostra ancora una volta di essere un abile costruttore di suspence e di trame ben ordite e congegnate. Il buio e l’abisso della mente umana sono costrutti portanti della sua narrazione. La prosa è vivace, precisa, corre veloce e stringe il lettore in una morsa stritolante. Le atmosfere descritte non lasciano scampo. La trama è ad alta concentrazione adrenalinica. Tuttavia anche questo libro, come anche il precedente L’uomo del labirinto, non mi ha convinto. L’abitudine dell’autore di lasciare un finale aperto che preclude ad altre avventure mi lascia perplessa. Il libro tuttavia è scritto con maestria, sa come catturare il lettore con una storia che non lascia spazio a nulla, solo alle atmosfere affascinanti e coinvolgenti. E il successo con cui si è venduto questo testo lo dimostra. Alla prossima, allora!