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La mancanza buia dell'animo umano
Tornano i Bastardi di Pizzofalcone, protagonisti de Il vuoto di Maurizio De Giovanni.
I Bastardi di Pizzofalcone sono detti in questo modo perché sono soggetti che, tutti in modo diverso, sono invisi al potere costituito. Sono persone che in qualche modo hanno sbagliato e per punizione sono stati mandati in un commissariato molto problematico. Quello che si suol dire “in una zona di frontiera”, al limite. Sempre con lo spettro di una possibile chiusura, il gruppo si dimostra, al contrario, capace e competente, pur con limiti indiscutibili, e :
“Aveva formato una squadra con sei disadattati che nel giro di pochi mesi avevano dimostrato non solo di non essere da buttare, ma di poter diventare investigatori di prim’ordine. All’inizio l’equilibrio, nato quasi per caso, era stato piuttosto precario, ma col tempo si era consolidato in un blocco granitico di intese e confidenze, che aveva permesso di valorizzare le capacità di ciascuno.”
Ma questo precario equilibrio, ora, faticosamente costruito, rischia di subire una inclinazione dall’arrivo di un nuovo elemento con facente funzioni di vicecommissario, che si chiama Elsa Martini:
“Un personaggio indecifrabile, duro, che non aveva perso tempo a esibire il proprio carattere riottoso. “.
Elsa e gli altri si trovano ad affrontare il caso oscuro della scomparsa nel nulla della professoressa Chiara Fimiani, una docente di lettere, insegnante in una scuola difficile, molto amata e preparata. Sposata con un ricco industriale delle pentole, Marcello Baffi, una notte, dopo aver violentemente litigato con il marito nella sua barca, e aver lasciato messaggi inquietanti sullo stesso alla cara amica del cuore, scompare nel nulla. Evaporata e l’unica a preoccuparsi è l’amica, nonché collega. Il marito pare nascondere tanto,forse troppo. O forse nulla? E il suo corpo perché non si trova? L’indagine è complicata anche perché il marito della suddetta è un uomo che appartiene all’alta società, con ambizioni politiche. Pare quasi un intoccabile. Ma tali esistenze, all’apparenza serene e perfette, cosa celano nell’intimo?
L’ultimo giallo di Maurizio de Giovanni scruta, con perizia e sapienza, gli abissi oscuri del vuoto. Quel vuoto, indefinibile, oscuro, buio, tetro, che si nasconde, che è:
“Il rumore del cuore. I fantasmi. Un senso disperato, immenso, di vuoto. Il dolore del vuoto è il peggiore,perché è quello del silenzio, dell’impossibilità di fare qualcosa per riparare, per rimettere a posto le cose. Di fare qualcosa per cancellarlo, quel finto silenzio che urla e scuote il corpo dall’interno.”.
L’ultima fatica letteraria di De Giovanni è un libro malinconico, in cui si respira un senso di incompletezza, di mancanza, di sospensione. Una prosa veloce, intima ed intimistica, che indaga nel profondo dell’animo umano e dei suoi abissi imperscrutabili. Un ottimo giallo, ben congegnato e strutturato, dalla trama solida e consolidata. Corrisponde bene alle aspettative di genere. Una sicura garanzia di successo.