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Una donna alla ricerca di sè
Una sconosciuta di Lucia Tilde Ingrosso è un romanzo di grande bellezza. La perdita di identità di una donna a causa di un incidente è il fulcro della narrazione e il percorso, intricato ed irto di difficoltà, per ristabilire la propria personalità e il proprio vissuto è profondo ed ottimamente elaborato.
Narra la storia di Carmen, una donna, una madre di Letizia e del piccolo Matteo, una persona come tante. Una sera, mentre sta andando al corso di danza del ventre, ha un brutto incidente d’auto. Accanto a lei viene trovato privo di vita Nader Hassan, marocchino, un bel giovane, ambulante con un banco al mercato di giorno, cameriere in un locale di notte, ma con un orologio Piaget al polso! Mah! Inquietante.
Non basta, lei è sopravvissuta, ma non ricorda nulla né di sé, né della propria vita, sia professionale che affettiva. Davanti a sé ha una
“Sconosciuta. Ha un viso sottile, pallido zigomi pronunciati, occhi scuri. Una bocca ben disegnata, e una fronte alta. (..) Non la conosco, ma mi è in qualche modo familiare. (…) se non fosse che quella sono io”.
Piano piano qualche ricordo torna, ma non è molto bello. Presto si rende conto di non essere proprio una moglie perfetta, con numerosi amanti, molti segreti, un trascorso che percepisce essere oscuro, ma che non riesce a cogliere appieno. Incontra il maresciallo dei Carabinieri incaricato dell’inchiesta, Vanni Campisi,
“un uomo che non passa inosservato. Alto, vigoroso, risoluto. Con una barba scura che gli conferisce autorevolezza senza togliergli classe.”.
Lui la informa che probabilmente è stata vittima di un tentativo che mirava ad assassinarla, lei si sente irresistibilmente attratta da lui, come era già successo vent’anni prima. Ma le domande sono tante e i misteri da svelare ben celati e difficili.
Il romanzo è intrigante. Una storia dove il sesso e il tradimento sono una costante, un modo per fuggire alle proprie paure e all’inconscio che elabora troppo in fretta e ferisce. Poco giallo o thriller, una storia ben congegnata ed elaborata, con un grosso taglio intimistico e psicologico che lo distingue nettamente. Un’ottima lettura.