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Questa città non è quello che sembra
“Almost blue” è il primo romanzo di Carlo Lucarelli che ho avuto occasione di leggere.
È probabilmente la sua opera più celebre, o almeno quella che più ha contribuito ad ampliarne la fama di scrittore di successo, giornalista, conduttore televisivo.
Il romanzo, datato 1997, è ambientato a Bologna. Nessuno vuole ammetterlo, primo tra tutti il questore, ma tra le strade del capoluogo emiliano si aggira un assassino seriale che colpisce studenti universitari.
Soltanto l’ispettore Grazia Negro, inviata da Roma, è riuscita ad intuire collegamenti tra vari omicidi che nessuno aveva mai messo in correlazione.
Ma deve muoversi in una città a lei sconosciuta, contraddittoria, tentacolare. E grande. “Questa che lei chiama Bologna è una cosa grande che va da Parma fino a Cattolica, un pezzo di regione spiaccicato lungo la via Emilia, dove davvero la gente vive a Modena, lavora a Bologna e la sera va a ballare a Rimini. Questa è una strana metropoli di duemila chilometri quadrati e due milioni di abitanti, che si allarga a macchia d’olio tra il mare e gli Appennini e non ha un vero centro ma una periferia diffusa che si chiama Ferrara, Imola, Ravenna o la Riviera”.
Grazia cerca un killer spietato che dopo ogni assassinio si impossessa di un componente della vittima (abitudini, vestiti, oggetti personali) e che per questo viene soprannominato Iguana: si mimetizza e cambia pelle continuamente alla ricerca del vero se stesso.
Nel frattempo un ragazzo cieco di nome Simone passa le sue giornate utilizzando uno scanner radio che gli permette di ascoltare tutte le comunicazioni private e pubbliche della città.
Il romanzo contiene molte tematiche che poi saranno riprese in numerose opere e trasmissioni televisive dell’autore: una trama gialla che contiene elementi di analisi sociale, atmosfere jazz velatamente cupe e malinconiche, uno stile giornalistico incisivo ed avvincente, un’attenzione particolare rivolta alla sfera geografica.
Particolare la scelta di alternare il punto di vista dei tre protagonisti della storia, per creare un romanzo fatto di sensazioni, colori, suggestioni, odori diversi a seconda che le vicende siano raccontate attraverso le percezioni di Simone, la follia dell’assassino o la passione lavorativa testarda e selvaggia di Grazia.
“Almost blue” è un thriller efficace che in appena 190 pagine racchiude buona parte di ciò che nel genere non dovrebbe mai mancare: pochi e solidi personaggi, un intreccio riuscito, un’ambientazione suggestiva.
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