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Albert
«Nessuna compassione. Lui non ce l’ha concessa. Ci ha lasciato solo la paura. Non si può provare pietà per quelle piccole vittime. Vuole farci sapere solo che sono morte… Vi sembra che abbia un senso? Migliaia di uccelli nel buio costretti a gridare intorno a una luce impossibile. Noi non riusciamo a vederli ma loro ci osservano – migliaia di uccelli. Cosa sono? Una cosa semplice. Ma anche il frutto di un’illusione. E bisogna fare attenzione agli illusionisti: il male a volte ci inganna assumendo la forma più semplice delle cose»
Mila Vasquez è una cercatrice di persone scomparse, di bambini per la precisione. È appena riuscita a risolvere un caso delicatissimo che le ha permesso di ritrovare ben due persone di cui da tempo si erano perse le tracce quando viene chiamata a ritrovare un nome. Ma non è un semplice nome di bambina quello che deve rintracciare: il nome in questione è quello della sesta bimba rapita – e forse uccisa – dal serial killer che ha già rapito cinque coetanee di quest’ultima e che ha fatto rinvenire, a riprova del loro infausto destino, il resto di cinque braccia sinistre in un macabro cimitero di morte.
È così che l’agente entra a far parte della squadra di Roche, ispettore capo, ma guidata, in realtà, da Goran Gavila, criminologo e civile, che con la sua astuzia, mente fredda, professionalità e cultura, è il migliore nel suo campo, e composta da Boris, Stern e Sarah Rosa. Sono un rapido susseguirsi i ritrovamenti dei cadaveri che “Albert” ha preparato per loro, e ogni volta, è sempre più chiaro che ha allestito un teatrino volto a raggiungere un preciso obiettivo e un determinato scopo. Il puzzle va pian piano ricomponendosi ma devono fare in fretta, perché forse la sesta bambina è ancora viva…
Con uno stile rapido, erudito e preciso, Carrisi offre al lettore un romanzo di grande interesse e molteplici spunti di riflessione in particolare relativamente alle teorie e tecniche criminologiche che inserisce per spiegare e delineare il profilo del suo nemico. Già si percepisce, inoltre, da queste pagine, il grande talento di detto autore che nulla ha da invidiare ai grandi thrilleristi americani e che è capace di condurre chi legge ove desidera, rimescolando le carte e tessendo una perfetta tela di intrigo e mistero.
Una buona prova esattamente come il neo-uscito, e già letto, “Il gioco del suggeritore”.
«Perché è questa l’unica cosa che le rimane. La speranza. La capacità di non abbandonarsi del tutto all’orrore. Forse chi ha scelto quel cartone per lei, aveva un fine opposto. Ma il fatto che l’omino non voglia arrendersi e resista nonostante i capitomboli e il dolore, infonde coraggio. “Forza, risali in sella!” gli dice ogni volta nella sua testa. Prima che il sonno torni nuovamente a sopraffarla.» p. 222
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Ciao, Maria! :)))