Dettagli Recensione
Bentornato, caro Commissario!
E così, siamo ai titoli di coda (?) per uno dei personaggi più scorbutici del noir italiano. Balistreri, apprezzato assai nelle sue avventure precedenti, si prepara a svuotare i cassetti della scrivania per godersi una meritata pensione e lasciarsi alle spalle oltre 40 anni di carriera, "movimentata" da eccessi e successi. Almeno questo è quello che pensa il nostro, che invece viene risucchiato ancora una volta dal suo passato, col quale non ha mai davvero finito di fare i conti.
Leggere il libro è un po’ come riprendere un discorso con un vecchio amico: lo stile di Costantini, fluido e piacevole, permette da subito di rientrare nella vita di Balistreri. Magari appesantito dal tempo e dalle sue stesse avventure che continuano a riportarlo al punto di partenza, costringendolo ad affrontare ancora una volta gli oscuri fantasmi del suo passato.
Tra un salto temporale e l’altro c’è anche l’occasione di rivivere eventi che, nel bene e nel male, hanno scandito la vita del Paese. Che è poi, questa, una delle caratteristiche più intriganti dello scrittore: raccontare vita, costumi, politica e intrighi usando il personaggio come una sorta di Cicerone - affatto compiacente, però: Balistreri bastona sempre con ferocia, appena smussata dall’età e mitigata dai suoi compagni d’avventura, ma sempre pronta a riaffiorare appena la tensione si alza. I nodi verranno al pettine, e il Commissario sarà lì a contarli uno ad uno.
Mi ha davvero fatto piacere ritrovare Balistreri in questa nuova avventura: non so se mi piacerebbe come “nonno”, ma sicuramente lo tengo al sicuro in libreria.