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Vuoto per i bastardi di Pizzofalcone
 
Vuoto per i bastardi di Pizzofalcone 2018-11-30 17:10:50 Mian88
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
Mian88 Opinione inserita da Mian88    30 Novembre, 2018
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Quella incolmabile sensazione di vuoto...

«Il vento, pensa lei, costringe a tacere. Il vento impedisce le conversazioni. Il vento sottolinea la solitudine, come un errore da matita blu nell’eistenza. Benedetto il vento, pensa. Mentre la rabbia oscura non molla la presa sul cuore, mentre il fiato esce in piccoli sbuffi dalle labbra strette, mentre la mascella serrata guizza sulla guancia»

Dopo “Souvernir” Maurizio De Giovanni torna in libreria con “Vuoto”, un nuovo e appassionante caso dei suoi Bastardi di Pizzofalcone. Li abbiamo lasciati alle prese con la risoluzione del misterioso ferimento di Ethan Wood, turista americano figlio di Charlotte Wood celebre attrice che ha soggiornato in quel di Sorrento nel 1964 per girare il film di cui al titolo del romanzo nonché alle prese con una enigmatica inchiesta che tra tutti viene affidata, su richiesta esplicita dei piani alti, a Marco Aragona, la “pecora nera” del gruppo. Ma abbiamo lasciato i bastardi anche in ansia per le sorti di uno dei membri della squadra poiché gravemente ferito.
Il nuovo capitolo si apre riproponendoci i cari e affezionati poliziotti con qualche novità di non poco conto. Eh sì, perché viste le precarie condizioni di salute e i tempi di recupero dell’agente Pisanelli, memoria storica del commissariato, viene rinforzato il nucleo con una risorsa esterna che ha tutte le carte in regola e i requisiti per farne parte: il suo nome è Elsa Martini, trentaquattro anni, nata ad Alessandria, vissuta e formata in Piemonte, più giovane vicecommissario del paese, di una grande bellezza ma anche di un carattere affatto diplomatico e collaborativo. Si trova tra i bastardi a causa di “incidente” occorso in data 13 febbraio dell’anno prima, ai danni di Bruni Armando, medico pediatra sessantasettenne, che aveva ricevuto un avviso di garanzia per pedofilia. Il suo atteggiamento, purtroppo, però non è affatto collaborativo. Il suo essere una figura inquietante seppur talentuosa e di carattere, il suo essere individualista e oscura, refrattaria all’attività di gruppo e apertamente disinteressata alle modalità operative del comando, non rendono semplice il suo inserimento soprattutto a fronte del nuovo caso da risolvere. Perché proprio il giorno del suo subentro arriva la denuncia di una scomparsa. Dapprima non formale, di poi formalizzata. La persona di cui si sono perse le tracce non è altro che Chiara Fimiani, insegnante di lettere coniugata con Marcello Baffi, un potente industriale con ambizioni politiche. È una donna semplice e riservata, Chiara. Serena, silenziosa, sempre disponibile ad ascoltare e assai poco ad aprirsi, eppure al contempo determinata e decisa, dal profondo senso di giustizia e dalla grande volontà di aiutare i suoi studenti, in particolare quelli più problematici e più vicini alle attività delittuose anche a stampo mafioso.
Sono trascorsi già molti giorni dalla sua presunta o non presunta sparizione e tanti sono gli elementi che portano Lojacono e la sua squadra ad interrogarsi. Perché molteplici sono le incongruenze che vi ruotano attorno. Prima tra tutte, il fatto che a rivolgersi alle autorità siano stati il vicepreside e Gloria, amica e collega di matematica, piuttosto che proprio il marito. Cosa si nasconde dietro l’assenza della donna? Che sia un allontanamento volontario? Che le sia successo qualcosa di male? Che abbia davvero scoperto qualcosa di così grave da metterla in pericolo e poterne causare addirittura la morte? Perché è proprio di questo che gli agenti hanno maggiore timore.
Con uno stile narrativo che conduce e accompagna nella narrazione passo dopo passo e mediante l’ausilio di un intreccio e di una trama solida e magnetica, “Vuoto” è un elaborato ben costruito che conquista sin dalle prime pagine e che conferma e al contempo innova una serie che con il suo sviluppo stava tendendo a perdere di fascino. Questo anche a causa del fatto che De Giovanni aveva adottato un format che aveva l’inclinazione a ripetere, a riprodurre in ogni capitolo dedicato a questo commissariato di polizia macchiato dall’infamia della corruzione dei suoi stessi agenti e a cui, per tali ragioni, erano destinati soltanto i reietti. In detto nuovo capitolo, non mancano le vicende personali di ciascun protagonista che si fondono e alternano all’inchiesta e non manca nemmeno l’enigma da risolvere, ma l’introduzione di un nuovo personaggio che per il suo essere autoritario rompe gli equilibri e la scelta di focalizzare l’attenzione del conoscitore su un unico fatto delittuoso anziché su due indagini separate come in passato, portano una ventata di novità alla saga e al contempo la ravvivano tanto che staccarsi dallo scritto è impossibile. Si divora.

«Tu lo sai bene quanto siano importanti le parole. Sulle parole ci si incontra, attraverso le parole si sviluppano le relazioni con le parole ci si lascia. E dopo, rimangono solo le parole a fare da rifugio, fino a un altro incontro. La meraviglia delle parole sono le concatenazioni. Come si mescolino, si raggruppino e cedano un po’ del loro significato, o lo cambino addirittura quando si incontrano»

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