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“La morte vista al contrario”
“La morte vista al contrario”. È così che Guia, promettente scrittrice trentenne, chiama nel suo libro quel figlio che proprio non riesce a essere concepito. Bellissima e altezzosa figlia di una ricca famiglia toscana, sposata a un uomo che l’ha innalzata su un piedistallo dorato, Guia ha tutto, proprio tutto. Eppure, quel desiderio insoddisfatto, quel vuoto privo persino della consolazione di un ricordo, finisce per lacerare il suo matrimonio. E Guia si allontana, parte per Roma, ad inseguire un consolatorio successo.
È così che il marito Edo, rimasto in Versilia a gestire la chiusura dello stabilimento balneare dei suoceri, si ritrova solo ad affrontare quel mare autunnale che riflette, con i suoi ombrelloni chiusi, le sue onde grigie e il suo vento gelido, la malinconia di un sogno d’amore che si sta piano piano sgretolando. E finisce per avvicinarsi ad Anna. Anna con la sua bellezza sfiorita, la sua solitudine e i suoi sogni modesti. Anna che, invece, dalla vita ha ricevuto davvero poco.
Sarebbe una scappatella da dimenticare, da nascondere sotto la sabbia. Invece Anna scompare all'improvviso. Morta o fuggita? Questo l’interrogativo che rimbalza su rotocalchi e programmi televisivi, tutti a scavare morbosamente nella vita della semplice impiegata per nutrire l’insaziabile macchina dello show-business. Per Edo, però, l’interrogativo è un altro, perché lui la verità sulla scomparsa di Anna crede di saperla, ma rivelarla significherebbe distruggere definitivamente il proprio matrimonio. Cosa fare allora?
Di più non si può proprio dire perché l’ottimo noir propostoci da Giampaolo Simi merita davvero di farsi scoprire nella sua prospettiva originale e nel suo intreccio per nulla scontato. Lo stile è curato ed elegante, il tono delicato, capace di restituire tutta la malinconia e lo splendore del mare fuori stagione, in cui si specchiano emozioni e stati d’animo. Perché ciò che conta, in questo romanzo, è proprio l’approfondimento psicologico dei personaggi. Uomini e donne all'inseguimento di false chimere, eternamente insoddisfatti, che si scoprono all'improvviso fragili, incapaci di sopportare il peso dei vuoti che portano sulle spalle. Da leggere, perché la verità che racconta è ben più profonda della soluzione di un mistero.
“Nella notte il peso silenzioso della neve aveva schiantato rami di pini che sembravano architravi. Il salmastro fa così. Fuori ti lascia intatto, ma dentro ti svuota e un giorno ti scopri di colpo fragile come le ossa dei vecchi”.
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Ti dirò, mi è davvero piaciuto questo noir ed ho prenotato in biblioteca l'ultimo suo, "Come una famiglia". Appena arriva ti farò sapere :))
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