Dettagli Recensione

 
I milanesi ammazzano al sabato
 
I milanesi ammazzano al sabato 2018-09-04 11:20:50 Anna_Reads
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
Anna_Reads Opinione inserita da Anna_Reads    04 Settembre, 2018
Top 100 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

"Imparai che non s'impara quasi mai niente."

Duca Lamberti, figlio di poliziotto, fratello di “ragazza madre” (siamo negli anni ’60 e gli omosessuali sono definiti “invertiti”; politically correct non qui, sorry), medico, radiato per aver aiutato a morire un’anziana paziente malata di cancro, viene riciclato da un amico e collega del padre per qualche incarico particolare e si ritrova a collaborare con la polizia.
Quattro casi, per lui. Nel primo Scerba mette giù le carte e delinea i personaggi.
Nel secondo e nel terzo ci fa vedere quello di cui è capace in scioltezza e nel quarto tira fuori un capolavoro che davvero dovrebbe far decidere di dedicarsi ad altro alla stragrande maggioranza degli autori di gialli/neri italici e no (nomi a caso. A iosa).
Cosa c’è di così grandioso in Scerbanenco e in Duca Lamberti? Presto detto.
Le storie. I personaggi. La scrittura.
Non sono “gialli” canonici, al centro c’è l’indagine, sì, ma Duca quasi mai si dà la pena di far entrare il lettore in competizione. E sono belle storie. Terribili, disperate, assurde. Storie che funzionano.
La seconda parte che sembra un episodio del tenente Colombo: dall’assassino e dall’assassinio (geniale, peraltro), la terza è un misto fra Kubryck e Ketchum e la quarta e ultima ti tira fuori un archetipo di padre e vendicatore che non so… Balzac che filtra con Dumas.
Nel crimine c’è la stupidità, Lamberti non ha dubbi: “Perché i criminali non sono mai intelligenti. La delinquenza è una forma di sordida e pericolosa idiozia, nessuna persona, appena appena intelligente fa il ladro, il rapinatore, l'assassino. E così i tre idioti decisero di ucciderla, la ragazza che non rendeva più. In questo modo, alla fine, sarebbero stati scoperti lo stesso, ma incolpati oltre che di ratto e sfruttamento, anche di omicidio premeditato. Belle intelligenze.”
C’è un male stupido ed agghiacciante nelle storie di Lamberti, peraltro quasi sempre veicolato da personaggi femminili: la tremenda “partigiana” che lavora a maglia dei Traditori, la “madre” dei Ragazzi e la prostituta dei Milanesi… sono personaggi che sono a tanto così da diventare cliché o fumettoni, a raccontarli. Come Duca. Come Fulvia.
E invece no. Sono veri. Perché la scrittura li rende tali. Tanto che ti viene in mente quella volta che sei entrato in quella tabaccheria all’ora di chiusura o in quel bar all’alba e hai pensato a vite eterne consumate fra quatto mura scrostate e tavoli di formica e hai anche pensato che poteva uscirne chiunque. Anche la “partigiana”, la “madre” e la prostituta.
Scerbanenco non ha bisogno della mia apologia (ma semmai delle mie apologies) però tutto questo lo rende con una scrittura che sembra asciutta, ma asciutta non è. È piena di incisi, di immagini, di anacoluti, di dislocazioni… ed è piena di Milano. Proprio quella che io ho visto quarant’anni fa a mano della nonna. E di inflessione milanese gentile, come quella del papà dei Milanesi con la quale prendo congedo.
"Insomma, ecco," spiegò il cespuglioso vecchio nel suo cupo e dolce dialetto milanese, "se quella lettera me la mettevano sotto la porta il martedì sera, per esempio, io il mercoledì dovevo andare a lavorare alla Gondrand perché era giorno feriale e sarei andato a lavorare, perché io a bottega, se non sono morto, ci vado sempre, invece di andare da quella donna, e avrei avvertito voi della polizia, ma siccome il sabato ho la giornata libera, allora mi è venuta l'idea di andarla a vedere, questa che mi aveva portato via la mia bambina e che insieme con gli altri due me l'aveva ammazzata. Se non fosse stato sabato non l'avrei fatto, tutto questo disastro."

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
100
Segnala questa recensione ad un moderatore

Commenti

Per inserire la tua opinione devi essere registrato.

Le recensioni delle più recenti novità editoriali

Il dio dei boschi
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il sistema Vivacchia
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
Il passato è un morto senza cadavere
Valutazione Utenti
 
4.3 (2)
La mano dell'orologiaio
Valutazione Utenti
 
4.3 (1)
L'ora blu
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
Malempin
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Morte in Alabama
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
La città e le sue mura incerte
Valutazione Utenti
 
3.0 (1)
Per sempre
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Lo spirito bambino
Valutazione Utenti
 
3.0 (1)
Fumana
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Liberata
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)

Altri contenuti interessanti su QLibri

Il passato è un morto senza cadavere
La regina dei sentieri
Stivali di velluto
Brisa
Il dolce sorriso della morte
Il castagno dei cento cavalli
Mare di pietra
Mala. Roma criminale
Una morte onorevole
Il bacio del calabrone
Giochi di ruolo
Pioggia per i Bastardi di Pizzofalcone
Dalla parte del ragno
L'orizzonte della notte
Pesci piccoli
Omicidio fuori stagione