Dettagli Recensione
Che quartetto!
In cerca di una lettura estiva e non particolarmente impegnativa ed avendo anche voglia di gustarmi un bel giallo dopo molto tempo, ho pensato che fosse giunto il momento di leggere “Sara al tramonto” di Maurizio De Giovanni.
Premetto che non avevo mai letto niente di questo autore, né la serie del commissario Ricciardi, né quella dei bastardi di Pizzofalcone, quindi non posso fare paragoni in tal senso.
Mi sono trovata di fronte ad un giallo piacevole e ben strutturato, anche se piuttosto semplice e lineare: a metà libro avevo già capito chi fosse il colpevole ed intuito il finale.
La protagonista, Sara Morozzi, è una donna sulla cinquantina che non si tinge i capelli e quindi li ha grigi (l'autore si sofferma tantissimo su questo particolare: ma sono così poche le donne al mondo che non si tingono i capelli?), non si trucca, non porta i tacchi né vestiti appariscenti. Tutto ciò perché Sara vuole restare invisibile: è bella, anche se non più giovane, ma non vuole farsi notare, sia perché ha svolto per quasi tutta la vita un mestiere molto particolare, in cui era meglio rimanere nell'ombra, sia, soprattutto, perché a lei non importa niente di ciò che pensano gli altri. Ha preferito non essere mai falsa o ipocrita ed ha compiuto delle scelte abbastanza discutibili per inseguire un grandissimo amore.
Devo dire che più di un giallo mi è sembrato un romanzo rosa: la storia d'amore tra Sara e il suo Massimiliano permea ogni pagina, lasciando un senso di velata malinconia.
Sara è una donna distrutta dalla perdita del suo compagno, sola, introversa, che vuole nascondersi dal mondo. De Giovanni quindi le affianca degli altri personaggi per rendere la situazione un pochino meno grigia e desolata: l'ispettore Davide Pardo, che convive con un bellissimo ed alquanto ingombrante esemplare di Bovaro del Bernese, e Viola, una ragazza al nono mese di gravidanza che fa la fotoreporter. La squadra così composta funziona molto meglio, secondo il mio personale parere e si aggiungono qua e là anche delle note umoristiche che arricchiscono la narrazione.
In conclusione, ritengo che si tratti di una lettura piacevole, che dà più spazio alla caratterizzazione dei protagonisti rispetto all'elaborazione di una trama particolarmente avvincente, probabilmente anche in previsione di una futura e fortunata serie.
Mi è sembrato un buon libro per intrattenersi qualche ora senza la pretesa di trovarsi di fronte ad un capolavoro.
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Commenti
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In realtà il libro mi è piaciuto abbastanza ma non moltissimo soprattutto per due motivi: il primo è che la trama gialla è carina ma troppo semplice. Non mi succede quasi mai di indovinare chi sia il colpevole a meta' del testo. E il secondo è che io invece non sono riuscita ad entrare completamente in empatia con il personaggio di Sara: purtroppo non penso che ci sia niente che giustifica l'abbandono di un figlio, figuriamoci per mettersi con un uomo! Nel romanzo si fanno giustamente accenni a quanto sia riprovevole abbandonare il proprio cane, mentre sembra quasi naturale poter abbandonare il proprio bambino! Questo aspetto mi è piaciuto poco, son sincera.
Un caro saluto Ornella,
Chiara
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Il personaggio di Sara mi piace, soprattutto nella sua malinconia, nella sua sofferenza silente, non urlata.....
Leggi Sbirre, l'ultimo racconto è il prequel di Sara al tramonto.
ciao ornella