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"La mano del tempo cancella ogni traccia"
Mappa vuol dire esplorazione e ricerca. Viaggio e scoperta. Ed è proprio una strana mappa, composta da una manciata di frasi immerse in un mare di cancellature, la traccia che viene affidata al biblioterapeuta Vince Corso. Forse porterà a un libro, forse non porterà a nulla. Ma Vince non può far altro che prendersi cura di quelle poche parole superstiti.
Il tempo è capace di annerire tutto, di ridurre in cenere e tizzoni bruciati le parole dei libri così come l’edificio dei nostri ricordi. Quelle poche frasi sono tutto ciò che l’Alzheimer ha lasciato alla voce di un uomo che ha consacrato la sua vita allo studio, al collezionismo, alla lettura. E allora ritrovare il libro a cui quelle parole appartengono è l’unico modo per ritrovare la sua storia. E scoprire che ogni parola e ogni coincidenza può essere decisiva per il nostro destino.
Fabio Stassi ci accompagna senza fretta in un viaggio sfumato di mistero, arricchendo sempre di più la posta in gioco, mettendoci al cospetto di un mosaico di personaggi, di libri e di citazioni uniti da un unico filo, il filo della memoria. A fare da sfondo alle vicende narrate, una Roma sporca e piovosa, corrosa dall'intolleranza e avvelenata dalla tristezza, una città grigia di sofferenza e rassegnazione.
Non si tratta di un classico rompicapo alla ricerca di un colpevole; l’autore utilizza un climax di mistero per catturare l’attenzione del pubblico e parlarci di altro. Del mondo, diventato così complicato. Di noi stessi, sempre più egoisti e concentrati sul nostro tornaconto. Di ricordi, che possono essere momenti da salvare o veleni capaci di intossicare il presente. È un bel romanzo che non manca di stile, raffinatezza e cultura, intessuto di rimandi e dettagli letterari che saranno di certo apprezzati da tutti gli amanti dei libri. La storia si srotola fluida su un tappeto di malinconia, lasciando però una residua sensazione di avere partecipato a qualcosa di bello e poetico, ma di non aver avvertito vibrazioni sulle corde del cuore.
Cosa resta? Un profumo di carta ingiallita e l’eco di una dolce melodia francese.
“Eppure continuo ad amare la letteratura di un amore sconsiderato, a ricevere i miei pazienti, a dare, per quel poco che conta, un ricovero passeggero ai loro dispiaceri, convinto che non ci sia gesto più umano che leggere e che anche un libro possa essere medicamentoso. Ma le parole degli altri non possono salvare nessuno se non diventano le tue”.
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Commenti
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E' un libro che parla prima di tutto di libri, interessante quindi per tutti coloro che amano la lettura. Credo si possa leggere anche singolarmente, ma è di fatto il seguito de "La lettrice scomparsa".
Un caro saluto.
Un saluto, Manuela
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