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La svolta del commissario Ricciardi
Il commissario Ricciardi ci regala una nuova emozionante avventura con Il purgatorio dell’angelo, a firma di Maurizio De Giovanni. Il libro ha un sottotitolo significativo: Confessioni per il commissario Ricciardi. Già è tempo di confessioni per il nostro amato commissario. E non sarà facile, perché a volte:
“il suo purgatorio, fatto di morti e di dolori e di sussurri e urla, era forse eterno, e in questo caso si chiama inferno. Perché l’inferno esiste solo per chi ha provato un attimo di paradiso.”
Infatti:
“La vita è un purgatorio per chi ha fede. I peccati sono un fardello di cui non ci si libera con facilità.”.
Confessioni: quella del colpevole e del peccatore. Di chi ha commesso un crimine e quella di chi ha tradito la fiducia di qualcuno. Queste sono le basi, gli sviluppi, poi, sono molteplici. Come quella che conduce all’uccisione violenta di un padre gesuita, trovato morto sugli scogli che urla a Ricciardi:
“Io ti confesso, ti confesso, lascialo stare, lascia ce viva, io ti confesso.”.
La sfida che l’autore pone al lettore è stimolante e raffinata, e poggia le basi su di una dicotomia importante: da una parte il purgatorio come luogo di espiazione per una colpa commessa. E dall’altra la duplicità angelo come purificazione ed espiazione ed Angelo come il nome del padre gesuita, la vittima. Temi determinanti per una vicenda che non potrà che vedere la vincita della giustizia, anche se dolorosa.
Dall’altra parte, però, ci sono gli affari privati del commissario giunti ormai ad una svolta. Ha una relazione con la sua dirimpettaia Enrica, alla quale deve comunicare la sua condanna:
“Ricciardi avvertì qualcosa smuoversi in lui. (…)
Immagina di essere pazza, Bianca. Di saperlo solo tu, ma di esserne certa. Di essere circondata da fantasmi, da urla e sussurri, da un dolore infinito. Qualsiasi cosa tu faccia, ovunque tu vada, qualunque evento accada attorno a te, questa sofferenza ti perseguita. Come una perenne emicrania, come un cancro che ti divora dall’interno, come un vento oscuro che ti grida nelle orecchie. Dolore. Solo dolore.”.
E sarà proprio
“una risata omerica ed irrefrenabile”
A fare il passo successivo, segnando gli eventi.
Un romanzo profondo, con due storie parallele che convergono in un’unica importante fine, che si legge con intensità e gradevolezza. Uno stile puro, raffinato, che narra di vicende che si incatenano una con l’altra, di personaggi ben congegnati, sofferenti, ma mai così vivi ed emozionanti. Una lettura come il mare descritto: limpido e cristallino oltre riva, vicino a riva increspato e turbolento, come gli animi umani di questo libro.