Dettagli Recensione
Top 10 opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
La polvere nera del tempo
Cristina Cassar Scalia, dopo aver pubblicato La seconda estate (2014), Le stanze dello scirocco (2015), edita ora Sabbia nera, un giallo che ha una protagonista assoluta: Giovanna Guarasi, vicequestore a Catania, una nuova ed intrigante figura nel vasto panorama dell’investigazione italiana.
Ma che cosa è la sabbia nera? La sabbia nera è quel pulviscolo che si sparge per tutta la città quando l’Etna si risveglia ed erutta lapilli qua e là:
“La sommità dell’Etna assomigliava ad un braciere che vomitava fuoco, sovrastato da una colonna di cenere e lapilli. La colata pareva aver preso anche quella volta la via della Valle del Bove, una depressione non edificata sul versante orientale che, fungendo da bacino di raccolta, era la salvezza di tutti i paesi alle pendici del vulcano.”
Ma è anche quella polvere che si deposita sui casi vecchi che nessuno ricorda più, o che qualcuno ricorda ancora, ma non nei particolari. E’ la polvere del tempo, che si posa anche sui casi di cronaca nera. Come quello avvenuto cinquant’anni prima che ha visto l’omicidio di don Gaetano Burrano, faccendiere catanese, brutalmente ucciso nella sua camera da letto, nella sua villa padronale antica. Lì tutto è rimasto come era, anche ora. Ma il nipote, recatosi accidentalmente in quelle stanze chiuse da così tanto tempo, trova un cadavere di donna, mummificato e nascosto all’interno di un montacarichi. Con lei una valigia piena delle vecchie 10.000 lire, un abbigliamento costoso e da signora “un po’ chiacchierata”. A chi appartiene il cadavere? E come c’è finito in quel luogo ameno, ben celato e nascosto? Un vaso di Pandora si scoperchia, e le indagini sono oltremodo ostacolate dall’anzianità dei protagonisti che si avvicendano.
A cercare di dipanare il filo della matassa è il vicequestore Giovanna Guarasi, detta Vanina, trentanove anni, un curriculum di tutto rispetto al quale fare riferimento, un passato alla sezione Criminalità organizzata che pesa come un macigno, un altro dolore antico e qualcuno da cui scappare …… Amante dei film di vecchia data, ricercata nel vestire, non disdegna la buona cucina e il mare. Lavoratrice indefessa, perspicace ed intuitiva nell’investigazione, è persona competente. Sa muoversi con perizia e saggezza all’interno delle ragnatele del tempo, ricostruendo la vicenda. Su tutto aleggia un ottimo affresco della Sicilia.
Una vicenda che affonda le radici nel passato, tra pettinatrici, maitresse, guepieres, bordelli, acquedotti da costruire, famiglie mafiose e non, vecchi amori e antichi rancori e vendette. Un giallo intrigante ed affascinante, che avvince il lettore in una spirale avvolgente. Consigliatissimo.