Dettagli Recensione
Il caso e l'inganno
“Gli amici del venerdì” di Stefano Brusadelli è senza dubbio un noir. Lo è per l’ambientazione cupa, triste, in una Roma decadente e senza speranza dove “I gabbiani volavano sempre più bassi. In tutti i vicoli della città stavano dando l’assalto a colpi di becco ai sacchi della spazzatura”; lo è per i protagonisti che formano un’umanità che vive ai margini composta da poliziotti con la faccia da pugile, incattiviti, malati, come anche da prostitute, da anziani piccolo borghesi preoccupati della loro rispettabilità, vigliacchi, un’umanità perduta di periferia, che si vende per pochi spiccioli, persino il personaggio femminile più importante è giovane, sguaiata nei modi e nell’abbigliamento, malata ed alla fine anch’essa senza riscatto. Tutto il romanzo è pervaso da un senso di tristezza, di cupezza, non si salva niente e nessuno. Comunque un punto debole c’è ed è la trama che ho trovato poco probabile; per quanto è bello il contesto tanto è debole l’intreccio, veramente poco attinente alla realtà, troppo affidato al caso, al destino. Anche il finale mi è sembrato un po’ affrettato quasi a voler dire che l’importante era tutto il prima, quello che abbiamo letto fin lì, e non quello che è accaduto dopo e che è l’epilogo. Tutto sommato un libro godibile ma senza un vero mordente.