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Il finale perfetto per una bellissima serie thrill
Dopo quasi un anno dall’uscita di Aurora nel buio, finalmente possiamo tornare a leggere con Osservatore oscuro la storia della protagonista e giovane profiler della polizia Aurora Scalviati, da poco trasferita in Emilia per motivi disciplinari e dal passato turbolento.
Aurora è la classica protagonista che entra nel cuore del lettore, soprattutto per le sue insicurezze e i vari ostacoli che ha dovuto affrontare nella vita, tutto ciò la rende umana ai nostri occhi ed è impossibile non provare empatia.
In questo secondo capitolo le cose non saranno più semplici per la protagonista, anzi tutt’altro. Quando sembra che finalmente possa iniziare ad ambientarsi e lasciarsi il passato alle spalle, ecco che invece viene ritrovato un cadavere in una posizione macabra e con un tatuaggio molto più significativo: sul petto dell’uomo sono tatuate due parole “Aurora Scalviati”. Perché una vittima dovrebbe avere il nome della profiler tatuato? È possibile che lei c’entri qualcosa?
In un turbinio di eventi, tra omicidi e indagini, per Aurora venirne fuori pulita non sarà semplice. Alla ricerca di un serial killer che sembra averla presa di mira, Aurora – messa di lato dai superiori – dovrà andare avanti da sola, farsi forza e contare sui pochi amici che le sono rimasti. Ritroveremo una Aurora come l’abbiamo conosciuta nel primo libro, caparbia e ostinata, ma allo stesso tempo sensibile e spaventata da un caso che sembra essere troppo grande per lei.
In Osservatore oscuro, oltre che Aurora, ritroviamo anche altri personaggi già incontrati nel primo libro, che in questo secondo capitolo avranno un impatto altrettanto importante nella storia. Alcuni di loro diventano bersagli, insieme alla protagonista, dello spietato serial killer deciso a farli fuori uno dopo l’altro. Nuovi dettagli e nuove scene ci permettono di conoscere più a fondo ognuno di loro, conoscere le loro vite private e le loro famiglie. Insieme ad Aurora entreremo nelle loro case e sarà impossibile non affezionarsi.
Una nuova storia adrenalinica quella raccontata da Barbara Baraldi, che ancora una volta rivela la sua abilità nello scrivere thriller. Con uno stile lineare ma avvincente riesce a catturare l’attenzione del lettore, che non può far altro che farsi coinvolgere dalle indagini alla ricerca dell’assassino. Ricerca che risulta difficile, complicata anche dai colpi di scena che spiazzano il lettore, facendo decadere le sue ipotesi.
Nonostante le più di 500 pagine, Osservatore oscuro scorre via molto velocemente, grazie al ritmo serrato e incalzante con cui Barbara Baraldi racconta la sua storia. Nella narrazione si alternano voci diverse, che permettono al lettore di avere una visione più ampia di tutta la situazione. Ho apprezzato tanto il cambio di punto di vista, per diverse ragioni tra cui, appunto, la possibilità di vedere il caso da un’altra prospettiva, oltre a quella di Aurora.
Osservatore oscuro è il perfetto finale che noi tutti aspettavamo. La conclusione di una storia, quella di Aurora Scalviati, che è riuscita a farsi amare da lettori, del genere e non, e che riconferma Barbara Baraldi tra le migliori autrici italiane di thriller!