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L’arrivo delle tenebre
Una casa abbandonata, o forse no. Là dentro è successo qualcosa, non c’è dubbio. Ma in fondo, è soltanto una casa. L’orrore, quello vero, è altrove.
Le ombre del male si annidano ovunque, ma quando trovano la cornice giusta, acquistano una forza che forse è più inquietante del male stesso. La narrazione ci propone una lotta senza esclusione di colpi all’interno del protagonista. All’inizio, il protagonista si muove in armonia con le forze della vita, che sembrano invincibili, sostenute dall’amore, dalla famiglia, da ogni singola cellula del corpo. Ma le ombre del mare usano un’arma altrettanto potente: la curiosità, quella malata, quella che trae forza dalle ombre che albergano in ognuno noi, nessuno escluso. C’è soltanto una differenza, la scelta, quella sostenuta dal libero arbitrio (se c’è).
Una trama semplice semplice, priva di fronzoli, bellissima. Descrizioni accurate, che tuttavia si inseriscono nel ritmo senza smorzarlo. L’arena della contesa è analizzata minuziosamente, scivolando fin negli scambi tra mente e corpo, nell’osservazione dei cambiamenti sincronizzati dei due, che dovrebbero far parte della stessa squadra, e invece perseguono fini diversi: le cellule vogliono vita, la mente vuole affondare lo sguardo, fin dove non c’è luce.
Il protagonista riflette su se stesso, si osserva, si diverte, prende coscienza dei rischi e ci prende gusto, come uno spettatore che si perde in un film. Il percorso è lungo, accidentato, e passa necessariamente attraverso un bosco, che ricorda quello metaforico delle fiabe e comprende immagini suggestive, quasi poetiche. Rincorrendo le ombre dell’orco, il protagonista si avvicina all’ambiente fino a fondersi, a diventare altro da sé.
“Ero e basta: avevo perso la necessità di agire, l’angoscia di eccellere, la brama di appartenere.”
Il percorso prosegue snodandosi in un’evoluzione è complessa, l’indagine interiore genera altri incontri, altri altri sviluppi che sorprendono e si rincorrono fino alla fine, quando la metamorfosi giunge a compimento.
Il romanzo è ricco di contenuti, ben condito scelta lessicale e abbondante negli intrecci inattesi, eppure l’ho divorato come uno stuzzichino. Il protagonista ci offre come dessert quella che potrebbe sembrare una morale, uno monito. Ma l’orrore non concede rimedi.