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Una testimonianza poetica del mondo
“Se avessi perso tutto, e ti venisse concesso di salvare un solo ricordo, quale sceglieresti?” Questa è una delle domande su cui il detective biblioterapeuta Vince Corso indaga dalla sua soffitta in stile hard boiled in via Merulana. Un sinologo di fama mondiale è stato colpito dall’Alzheimer. La sorella è convinta che le poche frasi che riesce ancora a pronunciare, nel sanatorio in cui è rinchiuso, appartengano a un romanzo e incarica Vince Corso di scoprire qual è. Ma presto il biblioterapeuta si ritrova a pedinare soltanto dei fantasmi, smarrito in un gioco di specchi e di alfabeti, la cui soluzione è forse seppellita all’interno di una misteriosa biblioteca di Babele. Che segreto nasconde il vecchio? La sua è un’impostura? Cosa possono opporre gli uomini alla violenza del tempo e della malattia? C’è un modo di mettere al riparo dall’oblio l’opera di una vita o anche una sola parola?
Tra storie di pugili sconfitti, partite a scacchi lasciate a metà e pazienti che chiedono un rimedio letterario alle loro inquietudini, Roma, con le sue rovine e le sue porte magiche, è il teatro perfetto dove inscenare questa commedia sulla smemoratezza e l’illusione. In un primavera che tarda ad arrivare, piovosa e oscura, Vince Corso continua la sua investigazione solitaria sull’infelicità che incattivisce gli uomini, sui loro sentimenti più inconfessati, sull’amore dimenticato e sul risentimento che alimenta i nuovi razzismi del nostro tempo. Un libro sulla perdita della memoria e del linguaggio, sull’infermità sociale, ma anche sull’amore per la letteratura, unica possibilità che abbiamo per ritrovare delle parole comuni e condivise.