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Ambarabà Ciccì Coccò. Tre civette in pensione
C’era un tempo in cui, per dirimere una controversia senza soluzione, due fratelli si sarebbero affidati alle tre famose civette sul comò. Sarà che i tempi sono ormai cambiati o che l’età delle filastrocche è definitivamente passata per Zeno e Alfredo Cavalcanti, tant’è che i due gemelli sessantenni escogitano un modo assai più complesso per stabilire se vendere o meno l’antica tenuta di famiglia. E chiamano addirittura un professore, studioso di DNA gemellari, per risolvere la questione.
È così che il genetista Piergiorgio Pazzi, già protagonista di “Milioni di milioni”, giunge a Poggio alle Ghiande, splendido podere immerso nella campagna toscana. Ad accoglierlo, oltre ai due suddetti gemelli, tanto identici nell'aspetto quanto diversi nell'indole, una schiera di personaggi, come sempre simpaticissimi e un po’ sopra le righe. Un giardiniere fedele e puzzolente, che ha trascorso la giovinezza in manicomio. Un domestico polacco devotissimo alla Madonna di Czestochowa e alla varechina. Una schiera di curiosi e linguacciuti affittuari. E Margherita, l’amica filologa con cui riprendere un discorso rimasto in sospeso da cinque anni.
Infine, non mancheranno, ovviamente, un mistero da risolvere e un assassino da trovare.
Con questo suo ultimo romanzo, Marco Malvaldi si riconferma un maestro del giallo umoristico, capace ancora una volta di divertirci e divertirsi. Perché ogni pagina, ogni dialogo, ogni parola sembra trasmettere il buonumore e l’ironia con cui l’autore si diverte a inventare bizzarri personaggi che incarnano - e prendono garbatamente in giro - vizi, virtù e stranezze della nostra società e a raccontarci storie, senza dimenticare di inserire qualche aneddoto sugli argomenti che più ama, come la chimica, l’arte, la musica.
La ricetta è collaudata e assicura ancora una volta un piatto dal gustoso sapore di sorriso e piacevolezza. Forse, a voler essere del tutto onesti e un po’ puntigliosi, manca ormai l’effetto sorpresa, quell'ingrediente in più che, come in cucina, sia in grado di rinnovare la pietanza tradizionale. In altre parole, tutto è ben confezionato, proprio nella maniera in cui il lettore ormai se lo aspetta, soprattutto il cosiddetto “colpo di scena” che finisce per essere a mio avviso piuttosto prevedibile. Nel complesso, da consigliare, per chi cerca un giallo spassoso, in cui non mancano ironia e intelligenza.