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Chi sei uomo del labirinto?
Quando quel 23 febbraio si perdono le tracce di Samantha Andretti, questa è ancora una ragazzina di 13 anni la cui vita ruota attorno alla scuola media, a una fedele migliore amica e a un ragazzo, Tony, che è il più bello della scuola e che le vuole parlare. Non riesce a crederci, la giovane, se lo è fatto ripetere innumerevoli volte, eppure è così: tra tutte lui ha chiesto di lei. Un peccato di vanità? Una sosta dinanzi a un furgone nel momento sbagliato e nel posto sbagliato?
Sono trascorsi 15 lunghi lustri quando la donna scomparsa riprende conoscenza in un letto d’ospedale. Il Dott. Green le si presenta con la qualifica di profiler della polizia e con il suo tono pacato e sicuro. Lei, dal suo canto, ha una gamba ingessata a causa di una frattura, un catetere vescicale, escoriazioni varie, ma, soprattutto, non ricorda niente di sé, né degli anni della segregazione, né del suo inspiegabile ritrovamento in una palude a ridosso di un bosco: come è riuscita a fuggire la ormai adulta Sam? Come è sopravvissuta per tutto questo tempo? Perché il sequestratore non l’ha uccisa?
E se da un lato gli agenti speciali della polizia si mettono al lavoro, dall’altro interviene Bruno Genko, un investigatore privato che ha trascorso la sua esistenza mantenendo un basso profilo e privandosi di ogni affetto. Unico pseudo legame è quello che ha instaurato, dopo averla salvata, con Linda. È infatti con lei che si confida; la malattia terminale cardiaca che lo ha colpito non gli ha lasciato al massimo che un paio di mesi di vita, un paio di mesi di vita che sono già passati. Il gong, la fine, la scadenza del termine, è alle porte. Ma il detective non può andarsene senza prima aver risolto il caso di Samantha. I genitori si rivolsero a lui poco dopo la sua sparizione, lui si comportò in modo alquanto rigido e duro nei loro confronti trascinandosi l’irrisolutezza di quel mistero. Deve far chiarezza in merito, deve scoprire chi è l’uomo con gli occhi a forma di cuore e la testa a coniglio, deve dare una risposta a tutti i suoi perché. E Bruno nella sua ricerca riesce, va ben oltre le aspettative. Riuscirà a passare il testimone prima che sopraggiunga la morte?
Con “L’uomo del labirinto” Donato Carrisi offre al grande pubblico un’opera di indiscusso valore e merito. Un thriller, quello presentato, in cui chi legge è rapito dalle vicende, è portato a non staccarsi dallo scritto perché la curiosità di conoscere del mistero è più forte di tutto. Non manca nemmeno la stoccata finale dell’epilogo in cui tutte le carte vengono nuovamente rimescolate per ricomporre quel puzzle altrimenti irrisolto. E per questa peculiarità, per questo finale doppio, il componimento si distanzia dai lavori passati. Di fatto, elementi invece comuni agli stessi, sono la narrazione atemporale e antispaziale, ovvero l’assenza di qualunque elemento che possa collocare i fatti in luoghi o giorni.
Serrato, ben costruito, di facile lettura. Si esaurisce in meno di due giorni, ma senza deludere.
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E dopo questa bella recensione non resisterò a lungo prima di iniziarlo :)