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Follia maggiore
 
Follia maggiore 2018-02-06 18:43:59 cesare giardini
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
cesare giardini Opinione inserita da cesare giardini    06 Febbraio, 2018
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E' inutile rimpiangere il passato.

Devo ammettere che Alessandro Robecchi è uno dei miei scrittori preferiti. Oltre a possedere uno stile narrativo scorrevole, ironico, ricco di sfumature, riesce anche a tenere sempre sulla corda l’attenzione del lettore, sia quando tratta vicende emotivamente coinvolgenti, sia quando divaga su argomenti più banali, riguardanti la vita di tutti i giorni dei suoi personaggi, la coppia di poliziotti Ghezzi e Carella ed i due investigatori dilettanti, il manager televisivo Carlo Monterossi e l’amico inseparabile e imprevedibile Oscar Falcone. In questo nuovo romanzo, che riecheggia nel titolo una famosa aria dal “Turco in Italia” di un giovane e libertino Rossini (“..non si dà follia maggiore dell’amare un solo oggetto…”), Robecchi centra tutti i suoi possibili obiettivi: una storia d’amore del tempo che fu, vissuta con travolgente passione e che ha lasciato nostalgia e rimpianti, l’ambientazione in una Milano piovosa e periferica, villette pretenziose e palazzoni grigi e anonimi, la descrizione del fatato mondo della lirica costruito magistralmente in una lussuosa suite di un famoso Hotel milanese e sul palco di un concorso canoro, il mondo dei balordi e degli usurai, le magagne degli uffici della questura ove possono nascondersi mele marce… La storia, per sommi capi, ci parla di un delitto: la vittima è una ricca signora della buona società, Giulia Zerbi, finita per necessità nelle grinfie di usurai e amata anni e anni prima appassionatamente da un distinto e facoltoso imprenditore finanziario. Costui, Umberto Serrani, sconvolto per la perdita della donna un tempo adorata, decide di proteggerne la figlia, Sonia, aiutandola nella carriera di promettente cantante lirica fino al trionfo in un concorso canoro. Ma il rimpianto per l’amore perduto cova sempre nell’animo dell’anziano pigmalione. Intanto, gli investigatori cercano l’autore del delitto, scavando nel mondo degli usurai e individuando possibili colpevoli: solo un colpo di scena e una occasionale scoperta dovuta all’intuito di un bravo detective permetteranno di individuare il vero colpevole.
Il romanzo è di piacevole lettura. Le novità non sono poche: Carlo Monterossi sta per lanciare un programma televisivo tutto suo, e, nell’attesa, si intrattiene in romantiche serate, lui, così austero e solitario, con una compiacente collega, mentre uno degli investigatori ufficiali sembra lasciarsi tentare dall’invito di Falcone a collaborare con lui in attività investigative private più remunerative.. Ma il tema principale del romanzo è la nostalgia, fatta di ricordi di un tempo ormai sepolto dagli anni, e soprattutto il rimpianto: un rimpianto del passato che tormenta il vecchio imprenditore, e che induce anche Monterossi a meditare sul suo passato. Fino all’amara conclusione che rimpiangere quello che non si è fatto(e forse si poteva) è perfettamente inutile: tanto, certe occasioni sono solo nostalgici ricordi, e non torneranno mai più.


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I romanzi di Alessandro Robecchi.
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