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Un sogno nostalgico tra passato e presente
Souvenir per i Bastardi di Pizzofalcone di Maurizio De Giovanni è un libro nostalgico, in costante bilico tra un passato importante, bello ed affascinante, ed un presente, malinconico e difficile. Un episodio nel solco della nostalgia, che si muove tra un qualcosa che è stato e non è più, e qualcosa che potrà essere. Perché:
“… certe volte il passato smette di somigliare al presente. Un presente di dolore, e forse niente futuro.”
“Il passato ritorna sempre, sai. E presenta il conto. Niente è mai gratis. Niente.”
Certo è una nostalgia che consola, una malinconia in cui rifugiarsi e perdersi in un continuo andirivieni tra passato e presente, poiché:
“suscitava la nostalgia di un passato che in quel luogo si percepiva un po’ ovunque, nelle strade e nell’aria. I favolosi anni ’50, ’60, e ’70 erano parte di una memoria collettiva e affascinava persino chi non li aveva vissuti. Quell’epoca era diventata uno scenario, una specie di festa permanente.”
Una nuova puntata con protagonisti i componenti del commissariato in toto di Pizzofalcone, detti i Bastardi, perché hanno avuto, in modo diverso, procedimenti disciplinari a loro carico. La squadra è al completo: da Alex Di Nardo, “la ragazza con la pistola”, a Lojacono, detto “Il Cinese” a causa dei suoi tratti orientali, al vicecommissario Giorgio Pisanelli, ad Ottavia Calabrese, a Marco Aragona. La storia inizia da Charlotte Wood, ex diva di Hollywood,
“una donna che vive in un passato informe”,
che ormai anziana e demente, vive nell’eterno ricordo di Mimì,
“l’amore di una notte e il sacrificio di tutta una vita”.
L’uomo mai dimenticato. Ed è proprio in suo ricordo che la donna decide di tornare a Sorrento accompagnata dai due figli, Ethan ed Holly. Quando il figlio viene trovato agonizzante e privo di conoscenza in un cantiere della metropolitana, ridotto in fin di vita, le domande attinenti al passato risorgono prepotenti. Ed ecco che oltre ai Bastardi si intromettono nelle indagini anche il consolato americano, e la Direzione Antimafia. Così tutto si completa, è necessario scavare a fondo in un lontano tempo, tornato a chiedere ragioni.
Il tono è elegiaco, ma non cancella il ritratto conseguente di una società indifferente, oscura, criminale. Una malinconia per un tempo che fu, in ricordo del quale, si è trascorsi un’intera esistenza, all’insegna del:
“meglio vivere di rimorsi che di rimpianti. Non è vero. Lo dicono quelli che fanno del male. Per quelli come noi, Mimì ed io, restano solo i rimpianti, perché sono quelli che ci fanno sognare come sarebbe andata la vita se avessimo compiuto scelte diverse.”.
Un libro affascinante ed intrigante, da leggere.