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Fiori sopra l'inferno
 
Fiori sopra l'inferno 2018-01-08 08:05:41 ornella donna
Voto medio 
 
3.5
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
ornella donna Opinione inserita da ornella donna    08 Gennaio, 2018
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Orribili delitti tra i monti

Delitti singolari tra i monti nel libro d’esordio di Ilaria Tuti: Fiori sopra l’inferno, Longanesi 2018.
Ilaria Tuti vive a Gemona del Friuli, in provincia di Udine. Ha studiato economia, ama il mare ma vive in montagna. Appassionata di pittura, ha vinto nel 2014 il Premio Gran Giallo Città di Cattolica, e questo è il suo romanzo d’esordio, destinato ad essere venduto in moltissimi Paesi.
Ambientato a Travenì, che è sì un paese immaginario delle Dolomiti, ma abilmente descritto in questo libro, per cui:
“Era di una bellezza primitiva, da far perdere i riferimenti. Le cime innevate sovrastavano una foresta millenaria, sorgendo come lame opache da un fitto tappeto di boschi. Facevano pensare ai giganti della mitologia. (…) Era un mondo distante da quello a cui era abituato, un mondo che sussurrava la piccolezza umana.”
Qui nulla è contaminato, vige un’atavica povertà riscattata dal turismo nascente. Ma nelle case fiabesche si muovono ombre e segreti, e la comunità si chiude a riccio quando si tenta di rivelare i suoi fantasmi, per cui quando la memoria corre all’indietro, a quella Scuola d’Austria del 1978, e gli esperimenti che vi si facevano, dove vigeva la legge non scritta di:
“Vedi, osserva e dimentica”,
nessuno è disposto a parlarne e a fare chiarezza. Le cose peggiorano quando viene trovato un cadavere, privo degli occhi, ingegnere e padre di un bambino. Poco distante una sorta di spaventapasseri vestito coi vestiti del morto. Ad indagare Teresa Battaglia, una profiler speciale: poco più di sessant’anni, un corpo franante e sovrappeso, i modi bruschi e rudi, è diabetica, talvolta la sua memoria e la sua lucidità le creano delle preoccupanti zone di vuoto, e custodisce con forza immane un segreto importante del passato. Aveva:
“un viso segnato dall’età e da una durezza che preannunciava un carattere altrettanto spigoloso. Aveva labbra sottili: di tanto in tanto le arricciava, come a soppesare un pensiero.”
Ad affiancarla l’ispettore Massimo Marini:
“Era poco più di un ragazzo e sembrava uscito dalla pubblicità alla moda. Aveva percepito il suo profumo a metri di distanza. Stonava in quella piccola landa alpina.”
I due intuiscono il percorso dell’assassino, gli abissi della sua solitudine, di abusi, di rifiuto, che da molto lontano, sfociano nel sangue. In tanto, troppo sangue.
Teresa e la sua squadra si scontrano contro muri di riservatezza, di ritrosia, di omertà. Al centro del giallo ci sono i bambini, gli unici a trovare una specie di equilibrio, nel loro stare assieme uniti e compatti, per difendersi dalle violenze degli adulti.
Un thriller scritto con eleganza, privo di colpi di scena o di violenza brutale. Tutto è abbastanza soffuso, come il paesaggio innevato che circonda le azioni dei personaggi. La natura è indubbia protagonista, colta nella sua intima essenza, toccando con sapienza l’animo e il gusto del lettore. Una lettura coinvolgente ed interessante, molto elegante. La conoscenza intrigante di una investigatrice acuta, intelligente, profonda conoscitrice dell’animo umano, ma anche molto vulnerabile, lato che offusca tramite un carattere duro ed indisponente, perché:
“Io vedo oltre i fiori, vedo l’inferno.”
Un’ottima promessa per una futura nuova avventura.

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