Dettagli Recensione
Sadico virtuoso
«Son io! Son io, che torno per sapere!
Ché molto io vidi, come voi vedete
me. Sì; ma tutto ch’io guardai nel mondo,
mi riguardò; mi domandò: Chi sono?».
(da L'ultimo viaggio di Giovanni Pascoli)
Un po' come l'Ulisse pascoliano, L'UOMO DEL LABIRINTO è un thriller psicologico che scava nei meandri reconditi della mente umana, dove la paura riesce a secretare gli avvenimenti più abominevoli e i ricordi più inquietanti. A chiedere chi lei sia è la prima protagonista di questa storia, Samanta Andretti: tredicenne rapita e a lungo tenuta prigioniera. Molti anni dopo viene, improvvisamente e misteriosamente, liberata, ma i traumi e le ferite, fisiche e soprattutto psicologiche, le impediscono di ricordare chi è e chi l'ha tenuta segregata. Ricoverata in una stanza d’ospedale, il rassicurante dottor Green cerca di recuperare i suoi ricordi, scavando tra i suoi traumi.
Accanto alla vicenda di Samanta, c'è un'altra storia. Infatti, due vicende scorrono parallelamente a capitoli alterni. La seconda storia è quella di Bruno Genko, un uomo che non ha niente da perdere. È l'investigatore privato, incaricato del caso nella scomparsa di Samanta Andretti, sedici anni prima. Ha saputo della ricomparsa della ragazza e vuole risolvere il caso, catturare il colpevole, prima della polizia, mantenendo una promessa fatta ai genitori, rimasta sospesa nel tempo. È così che Bruno Genko dà la caccia al peggior tipo di sadico, quello più interessante, il sadico virtuoso.
Ma la caccia prosegue su un doppio binario: quello nel mondo reale, condotta da Genko, e quella nella mente di Samanta, portata avanti dal dottor Green.
Tante sono le risposte da trovare, tanti i personaggi che ritornano dal passato.
L'UOMO DEL LABIRINTO è un thriller sorprendente e con un originale finale a sorpresa, che si ricollega ad altri due romanzi di Donato Carrisi: Il Suggeritore e L'ipotesi del male.
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