Dettagli Recensione
Riaprire porte
Quando un cerchio non si chiude, l’anima resta inquieta. Questo giallo tipicamente italiano è il primo volume di un ciclo che ben promette. Va letto con molta attenzione, perché è sostanzialmente diviso in tre parti e la parte centrale sembra essere un intermezzo troppo lungo e poco pertinente con la prima parte della storia che hai già letto e che sai già avrà un seguito. Invece tutti gli elementi sono importanti, tutti i personaggi, tutta la sequenza. E’ una storia fatta di molte rimarchevoli coincidenze, che piano piano capisci che non sono tali ed è stando attento anche a tutti i più piccoli particolari che puoi più apprezzare appieno tutta la girandola di inganni e, soprattutto, la capacità dell’autore di pensarli, costruirli, concatenarli. Davvero notevole. Il protagonista è cinico ed irritante, ma di lui, conoscendolo pagina dopo pagina ed anno dopo anno, colpisce soprattutto la catena della paralisi, ovvero la sequenza tra senso di colpa, rimorso e pentimento, che è un aspetto profondamente umano. Vive in attrito con il mondo, ma ci sono momenti in cui, pur non sopportandolo, un po’ ti identifichi in lui. Splendida la parte finale, in cui il burattinaio indiziato numero uno fa impennare la suspence fino a condurci all’inatteso finale.