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Inestimabile souvenir. Ottobre...
«E ottobre scorre piano, tra promesse e disillusioni, tra passato e futuro. Niente come ottobre, per farti ritornare in tempo che non c’è più. Niente come ottobre, per riproporre un antico souvenir. Nessun souvenir vale un ottobre. Perché è ottobre stesso, un souvenir. Tic. Tac. »
Ottobre, Napoli. E’ una mattina come tante quando viene rinvenuto il corpo privo conoscenza di un uomo tra i cinquanta e i sessanta anni, di corporatura robusta, in un cantiere edile. E’ ancora vivo ma è stato brutalmente percosso tanto che le possibilità di un suo risveglio sono ardue; oltre che ad aver riportato ingenti lesioni su tutto il corpo, sono le ferite alla scatola cranica a rendere difficilmente auspicabile un lieto fine. Chi è? Perché dopo essere stato colpito ripetutamente è stato deciso di abbandonare il suo corpo proprio nel luogo dove è in costruzione la nuova metropolitana? La squadra dei Bastardi non esita un attimo nel mettersi al lavoro, e riscontrando molteplici incongruenze nella dinamica dei fatti riesce a scoprire che il ferito, Ethan Wood, americano, non è altro che il figlio della celebre Charlotte Wood attrice nota al grande pubblico che ha soggiornato in quel di Sorrento nel 1964 per girare “Souvenir”, pellicola che l’ha consacrata per bravura e bellezza. E seppur la donna sia affetta da una prominente demenza senile, la figlia e sorella dello statunitense, Holly Wood, riuscirà ad indirizzare le indagini sul passato. Perché se la famiglia si trova lì è solo e soltanto per far luce su quel che è stato, su circostanze indecifrabili che hanno influito inevitabilmente sul corso delle loro vite. Ad affiancare la vicenda principale non mancano i collegamenti con la mafia né, tanto meno, una inspiegabile inchiesta che viene affidata su richiesta della Questura stessa a Marco Aragona. Non pochi i dubbi e le perplessità che conseguono a questa, Palma, non riesce a spiegarsi il motivo di predetta soprattutto in virtù della scarsa considerazione da sempre nutrita dai superiori nei confronti dell’agente scelto. Non mancheranno, infine, sviluppi relativi alle vicende personali di ciascun protagonista a cui seguirà un epilogo che non difetterà di far stringere il cuore del lettore.
Il tutto è accompagnato dal sapore della malinconia, dal sapore di un tempo sfuggito e forse perduto per sempre, dal sapore di occasioni scivolate via sull’onda del ricordo di quel mare e di quella gioventù sfumata, di amori strappati, di amori a cui si è dovuto dire addio. Eppure è un trascorso fondamentale, essenziale, necessario perché è indispensabile per il futuro che ancora deve venire e per quello che è già venuto. Il tutto, è ancora avvalorato da ambientazioni e scenari mixati ad uno stile narrativo leggero e fluente talché chi legge è trasmutato tra lo ieri e l’oggi con quella delicatezza e unicità che è propria di uno degli autori più bravi del panorama italiano.
Molteplici anche le riflessioni che sono contenute nell’ultimo componimento del narratore, un elaborato che non è privo di sospiri, che non è privo di colpi di scena. Ben costruito è l’intreccio narrativo, ineccepibile l’epilogo. Ci riesce ancora De Giovanni, ci riesce a pieni voti e dona al conoscitore un vero e proprio “Souvenir”.
«A volte il gusto pare uno, ma è un altro. Magari, pensando al contrario, uno risolve le cose, non credi? [..] E ricordati: io capita che cerco le cose nei punti sbagliati, e invece quelle stanno dove devono stare. Perdo solo un po’ di tempo, ma poi le trovo.»
«Forse sì. Perché i debiti li abbiamo con noi stessi, prima che con gli altri. Se la mattina, nello specchio, vedi la stanchezza di due occhi che non hanno voglia di aprirsi al mondo falso che ti circonda, la colpa è tua e soltanto tua. Ma purtroppo il coraggio di scegliere tra i rimorsi e i rimpianti non è da tutti»
«Ottobre ti spiega che non è più il tempo i ricordare che bisogna prepararsi a ciò che viene. E se non capisci, peggio per te.»
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