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Il fascino ammaliante del Po
A Torino un gruppo di scrittori giallisti si riunisce per fondare un importante collettivo denominato Torinoir, che al suo attivo vanta due pubblicazioni: La morte non va in vacanza, e Porta Palazzo in noir. Ora approda in libreria con la terza dal nome intrigante: Il Po in noir, sempre con la casa editrice Edizioni del Capricorno.
Il libro porta la firma di cinque coppie di giallisti torinesi: Durante e Pandiani, Girelli e Beccacini, Blini e Dibenedetto, Ballario e Giacchino, Rinarelli e Ballacchino, scrivono cinque episodi ad alto contenuto poliziesco, riferentesi spesso ai cambiamenti della città tramite questo espediente letterario. Con il fiume Po ben presente sullo sfondo, perché:
“senza il fiume , forse, non avresti mai pensato di farla franca.”
Il Po viene esplorato con il buio e le brume, per rendere l’intrigo sempre più importante. Le vicende narrate sono di fantasia, ma prendono spunto da fatti di cronaca vera. Per unire immaginazione e realtà. Infatti i dieci autori hanno tostato il Po dalla sorgente del Monviso, con particolare accento a quanto avviene sul suo corso cittadino, ma anche a valle, rimestando tra torbide e liquide acque nere. Omicidi, casi disperati, misteri. Ad esempio narrando di una refurtiva inghiottita da una piena che porta via le imbarcazioni ormeggiate ai Murazzi, o dei resti di un uomo e di una donna ritrovati sulle rive di Italia61, di fronte alle quali negli anni Venti esistevano dei veri e propri stabilimenti balneari. Ma c’è spazio anche per romanzare la tragica morte nascosta tra le pieghe di una guerra partigiana combattuta tra la pianura vercellese e le colline dell’Oltrepò.
Nell’introduzione si legge che:
“Dopo questo libro, nessuno potrà più guardare il grande fiume con gli stessi occhi”.
In realtà il libro permette anche di apprezzare a prescindere ciò che ogni giorno fluisce sotto gli occhi di tutti. Quasi una abitudine che però ha in sé qualcosa che è sempre da rivelare. La semplice quotidianità, i remi dei canottieri che rompono i silenzi, ma anche il ricordo delle imbarcazioni con il fondo piatto che cavano ghiaia dal suo fondo. Sino a quando succede qualcosa di non prevedibile. Come nel caso del terzo racconto Cani infernali che prende le mosse, quattordici anni dopo, dall’identificazione di un cadavere grazie ad un tatuaggio sul braccio sinistro di un cane che ulula alla luna.
Il Po è, dunque, un mistero che scorre inestricabile e assai avvincente. Come lo è questo volume che indaga la natura sfuggente di un fiume che, a volte, può essere un assassino o assumerne le sembianze. Un volume da leggere con particolare attenzione, rimanendo affascinati dalle narrazioni precise e certe, da un costrutto narrativo in toto ammaliante e curioso.