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La montagna "dark" e i suoi fantasmi
Dopo La sostanza del male Luca D’Andrea pubblica con Einaudi Lissy, una storia:
“semplice come un cerchio tracciato sulla neve, un cerchio che era la forma del mistero e del miracolo.”
Un giallo che ha pochi, semplici ingredienti, ma alquanto intriganti:
“Una giovane donna in fuga e il mistero che porta con sé. Un solitario che vive sulla montagna dei suoi padri, seguendo leggi inflessibili e antichissime. Un uomo divorato dal passato e uno tanto spaventoso da non avere né nome né futuro.”.
Siamo nel 1974, nel Sud Tirolo, tra montagne affascinanti, ma dure ed aspre, che inghiottono senza pietà i suoi abitanti. Il libro narra la storia di Marlene che ha sposato Herr Robert Wegener, un uomo molto temuto quanto violento ed odioso, per migliorare le proprie condizioni di vita. Proviene da una famiglia povera, sua mamma diventata pazza, rinchiusa in manicomio, mai più ripresasi, abitante in un vecchio e sperduto maso. Compie con il matrimonio un vero e proprio salto in avanti. Ma la vita con un tale uomo è difficile e frustrante. Robert è:
“L’uomo di fronte al quale tutti si toglievano il cappello, i quarantadue anni passati a costruire una carriera fatta di intimidazioni, contrabbando, agguati ed omicidi. Nessuno scherzava con un uomo come Wegener. L’autocontrollo era stato per anni il suo vanto. Nervi saldi e sangue freddo l’avevano portato a comandare su ciò che, segretamente, aveva battezzato come “l’impero”. (…) Possedeva cervello svelto e nervi d’acciaio. Pura razza ariana.”
Inaspettatamente Marlene una sera ha l’occasione di rubargli un piccolo tesoro che le è necessario per rifarsi la vita lontano. Ma non ha fortuna e la sua frettolosa fuga viene interrotta da un brutto incidente in mezzo ad una tormenta di neve. Viene soccorsa da Simon Keller e portata nella sua casa in mezzo ai boschi. Simon è uno strano uomo, che si nutre cacciando e raccogliendo erbe, mastica semi di papavero, con una storia misteriosa alle spalle. Nel frattempo il marito sconvolto dal tradimento si rivolge al Consorzio, che gli invia un sicario, detto “L’Uomo di Fiducia”, per cercare vendetta. Costui è un uomo gelido, che incute timore soltanto guardandolo negli occhi di ghiaccio. Inoltre qualcosa non è chiaro : presto Marlene dovrà capire qual è la sua minaccia maggiore. Se suo marito, il sicario o lo stesso Simon Keller. Oppure…… Lissy!
Nel libro la seconda protagonista è sicuramente la montagna. Non la montagna decantata da Paolo Cognetti, ma quella montagna dura, aspra, gelida. Infatti:
“Le montagne donano acqua, cibo e saggezza. Tutto ciò che serve per vivere. Le montagne sono l’unica cosa che il denaro non potrà mai comprare.”
La montagna è, anche, la rappresentante di una natura sì incontaminata, ma ostica e brusca, ruvida ed austera. Una montagna che inghiotte e fagocita con una velocità impressionante. Abitata da mille masi, che sono:
“fatica e dannazione. Sono il retaggio di secoli di caparbietà e tenacia. Sono un rifugio dalle intemperie. Una fortezza sicura in un paesaggio di gelida morte. Sono un mondo autosufficiente regolato da meccanismi antichissimi.”
Un thriller esistenziale duro e cupissimo, dove i personaggi hanno caratteri a tutto tondo, e vi è un intreccio che trascina il lettore, senza né pause né sbavature, fino all’epilogo. E’ la rappresentazione più bieca ed assoluta del Male e dell’incredibile nella sua formula più intrigante ed assatanata. E’ la espressione di un mondo fatto di tradizioni ataviche, di natura e di criminalità. E’ un giallo di fronte al quale è difficile rimanere impassibili.
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