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un passato ombroso e menzognero
Marina Visentin, giornalista, traduttrice, una laurea in filosofia, vive e lavora a Milano. Dopo la fiaba noir Biancaneve, approda ora in libreria con il suo primo thriller psicologico: La donna nella pioggia.
Ed è una pioggia costante quella che ammorba Milano e l’esistenza di Stella Romano, trentanove anni, illustratrice, madre di due bambine: Sofia ed Alice, moglie di Mattia, marito che le assicura una vita agiata. Una esistenza quotidiana serena e tranquilla, quella per cui:
“pensavo di conoscere il posto di ogni cosa, il nome di ogni strada, la mappa della mia vita. Invece.”.
Invece qualcosa va in frantumi e nulla è più come prima, nulla è quello che sembra. Scopre con sgomento che alcuni momenti delle sue giornate paiono sparire, improvvisi vuoti di memoria, momenti di completo smarrimento, attacchi di panico. Infatti:
“Succedeva all’improvviso, ed era completamente fuori dal mio controllo. Senza preavviso, il paesaggio intorno a me cambiava aspetto. Le linee rette si incurvavano, le curve diventavano spirali mentre gli angoli esplodevano, la geometria del mondo si disintegrava e a me mancava il fiato. Tutto di un tratto. Non vedevo più nulla, non sentivo più niente. Gli altri non c’erano più. Le voci arrivavano da lontano, saliva la nebbia. Infine calava il buio.”
Ad un certo punto tutto sembra crollare: per primo il suo matrimonio. Scopre che Mattia la tradisce con Rossana, la sua datrice di lavoro e la sua più cara amica. Proprio lui così perfetto, che non c’è mai. E poi un giorno un quadro cade, improvvisamente, rompendo il vaso azzurro, l’unico ricordo di sua madre. E’ un segnale: la sua vita va in pezzi. Così Stella non può che acquisire consapevolezza e ottenere verità. Ma quali?
“macerie ovunque. (…) Avrei dovuto accontentarmi. (…) Tenermi i miei dubbi, i falsi ricordi, le quasi verità”.
Si accorge che la sua vita è costruita sulla menzogna, su di una enorme menzogna. Tutti le mentono. Da sempre. A partire dalla morte di sua madre, prima in un incidente poi bruciata, chissà…; per giungere al suo vero padre naturale, che si è suicidato o è morto in manicomio, ma chi era in realtà? Chi la ama, come il suo vero padre che l’ha cresciuta, nel tentativo di proteggerla, le ha sempre mentito e rinchiusa in una infanzia che non c’è stata. A Stella non rimane che scandagliare le tracce tenui di un lontano passato, scovare i pochi e riluttanti testimoni che o non sanno o hanno poca voglia di parlare. E’ un vaso di Pandora che rompe con la routine quotidiana per scandagliare una esistenza, dove nulla è certo. E’ solo angoscia, angoscia dopo angoscia. Così “la donna nella pioggia” compie un lungo, lunghissimo viaggio, sia fisico che mentale, alla ricerca della verità di un passato ingombrante e doloroso, irto di ostacoli, legato a tematiche importanti che hanno segnato amaramente la vita e la storia d’Italia, quali il terrorismo, la politica degli anni ’70. E quella che scoprirà alla fine sarà proprio la verità o qualcosa da tenere opportunamente celato?
La donna nella pioggia è un giallo psicologico, intimistico, ad altissima tensione emotiva. Scritto con una prosa ricercata, precisa ed attenta, è una bella storia che intriga ed affascina. Il personaggio di Stella è ben caratterizzato, i suoi malesseri sono descritti con perizia, così come lo sono i suoi stati d’animo e i suoi attacchi di panico. Si trasmetto con telepatia al lettore attento. Un giallo introspettivo e colto, attento al dettaglio e ad ogni possibile sfumatura.