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Milano. 1944. 1972. Oggi.
Milano, oggi. Nel Commissariato di Città Studi il caldo è insopportabile, l’aria condizionata rotta e a alla finestra si vedono solo strade vuote, senza un refolo d’aria. Una desolazione che si accompagna alla noia e al senso di inutilità che sente la viceispettrice Salemi. Non c’è molto da fare, in questa afosa giornata estiva, e allora il Commissario Cavallo le porta uno scritto da leggere. E’ il suo scritto, la sua memoria, il racconto di un agosto, altrettanto caldo e solitario, di trent’anni fa.
Milano, 1972. La camicia a mezze maniche intrisa di sudore. Il silenzio di una città davvero deserta. Un vecchio telefono che suona in un commissariato vuoto. Nel deposito bagagli della Stazione Centrale è stato rinvenuto un cadavere in una valigia, pezzi putrefatti di un corpo senza nome. E’ così che l’ultimo arrivato, il giovane e inesperto viceispettore Cavallo, appena trasferito dalla costiera amalfitana, si ritrova alla sua prima indagine, la prima occasione di dimostrare quel che vale in una città che non riesce proprio a sentire come sua. Ma così non sarà, perché subito le mani del potere dirottano la sua inchiesta verso i territori della prostituzione, alla ricerca di un facile colpevole da dare in pasto all’opinione pubblica. Ma se le radici di questo delitto andassero invece ricercate in un passato più lontano?
Milano, 1944. Sull’argine della Martesana viene rinvenuto il cadavere di una donna fatta a pezzi, una giovane operaia di una fabbrica metallurgica della zona. Da quella fabbrica già un’altra ragazza era scomparsa e forse le due storie potrebbero essere collegate, ma nel contesto della guerra civile non c’è tempo da dedicare a due povere operaie. Il caso è destinato a rimanere insoluto.
Flavio Villani, neurologo e scrittore, sceglie un impianto narrativo davvero elaborato, che incrocia tre piani temporali, per mettere in scena un noir di grande qualità, i cui tratti distintivi sono l'ottima ricostruzione delle atmosfere d'epoca, una scrittura elegante e raffinata e, soprattutto, la capacità di addentrarsi nelle profondità dell’animo umano.
La complessa e intrigante trama di genere è di fatto solo un pretesto per far rivivere una Milano torrida e soffocante, abitata da uomini disillusi e imperfetti, che convivono con il fardello dei propri errori e i tormenti di un passato mai dimenticato. Un poliziotto riflessivo e profondo, che ha visto i propri ideali di giustizia piegarsi alla realtà. Uomini che hanno ceduto al male e per cui il peso della colpa è divenuto dolore, bisogno di riscatto, ossessione. Una città che rivive nelle pagine, tratteggiata in modo non banale, con le sue complesse e mutevoli dinamiche politiche e sociali. Il romanzo a tratti paga una certa lentezza e qualche leggerezza nell’intreccio narrativo, ma ciò nulla toglie al valore complessivo dell’opera, che si gioca, a mio avviso, su tutt’altro piano. Quello dell’animo umano.
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