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Sabbia e sangue, terza parte
Terzo e ultimo capitolo di una trilogia che ha consacrato Roberto Costantini come uno dei più apprezzati autori italiani di romanzi gialli degli ultimi anni, " Il male non dimentica " si propone di risolvere un mistero, avvenuto nel secondo romanzo della serie, che da più di quaranta anni rappresenta un chiodo fisso per l' ombroso Commissario Balistreri.
In una caotica Roma del 2011 tanto stupenda quanto colma di violenza, una serie di omicidi costringe Balistreri a confrontarsi dopo tanti anni con alcune vecchie conoscenze. Volti mai dimenticati come quelli del senatore Busi e di Monsignor Pizza. Gli stessi che Michele aveva imparato a conoscere da ragazzo negli anni vissuti a Tripoli, sempre intenti sin dai primi sussulti delle loro carriere a progettare affari e congetture politiche tra l' Italia e la Libia con il padre, il facoltoso ingegner Balistreri.
Riaffrontare i vecchi demoni sarà per il commissario l' occasione di dipanare la matassa di omissioni e menzogne che gli hanno sempre impedito di scoprire il volto dell' assassino della madre Italia, caduta in circostanze misteriose da una scogliera della costa libica nel 1969 e precipitosamente dichiarata suicida.
Lo stesso anno dell' ascesa al potere di Gheddafi. E sono proprio la Libia del 1969 e la Roma del 2011 i due teatri messi in scena dall' autore per scoprire una verità troppo a lungo celata.
Costantini si mantiene fedele ai due elementi principali che avevano contraddistinto i due precedenti e riusciti romanzi : l' alternanza temporale tra due epoche lontane ma accomunate dagli stessi personaggi, e l' utilizzo del genere investigativo di ampio respiro e imponente mole per evidenziare le contraddizioni e i lati oscuri di un paese nel corso degli ultimi decenni tra corruzione, intrighi politici e finanziari.
Uno stratagemma letterario che tra i tanti ha fatto la fortuna di un certo Stieg Larsson.
Ritroviamo nel Commissario Balistreri del 2011 un uomo che non ha mai smesso di fare i conti con gli errori e i fardelli del passato. Stanco e solitario ma tuttavia sereno, abituatosi a passare le giornate tra sigarette, whisky e cd di Leonard Cohen, in contrasto con l' energico e ribelle Michele degli anni libici.
Così come non tardiamo, durante la lettura, a riprendere confidenza con il brillante mix di misteri, colpi di scena, interessi politici e monetari, personaggi affascinanti che caratterizzano le circa 1800 pagine della trilogia.
Stavolta si accentuano alcuni difetti che nelle prime opere erano a malapena marginali, tra i quali un' eccessiva lunghezza della stesura in rapporto a ciò che succede, una certa predisposizione alla fanta-politica e una sospetta puntualità delle coincidenze che tuttavia non stonano completamente nel romanzo e soprattutto nel genere.
A mio avviso potevano essere gestite meglio le ripetizioni di alcuni fatti ambientati nella Libia degli anni '60 e '70 e già descritti in " Alle radici del male " . E con ripetizioni intendo interi pezzi di testo, a volte capitoli, ricopiati dal precedente romanzo. Un espediente che se da una parte facilita la comprensione della trama, dall' altra fa storcere la bocca a quei lettori perennemente affamati di novità tra un libro e l' altro di una stessa serie.
" Il male non dimentica " chiude dignitosamente una trilogia che ho letteralmente divorato e che consiglio a chiunque per qualità media dell' intreccio e spessore dei personaggi, pur risultando il capitolo meno riuscito e trascinante.