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Pulvis et umbra
 
Pulvis et umbra 2017-09-04 18:09:04 ornella donna
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Stile 
 
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Contenuto 
 
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Piacevolezza 
 
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ornella donna Opinione inserita da ornella donna    04 Settembre, 2017
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Un vicequestore tra ombre e polvere del passato

Con Pulvis et umbra Sellerio Editore, a distanza di un anno, offre ai lettori l’atteso seguito di quel che Antonio Manzini aveva riservato a Rocco Schiavone in 7-7-2007.
7-7-2007 ci ha lasciato con uno Schiavone stretto fra la tenaglia rappresentata da un lato da Enzo Baiocchi, responsabile della morte di Adele, in fuga e dall’altro lato da sospetti e pressioni esercitati dai più alti vertici di polizia: ora cerchiamo di scoprire cosa ci riserva il nostro autore con questo nuovo testo.
Pulvis. E’ la polvere che ricopre i mobili della vecchia casa di Roma, appartenente al vicequestore Rocco Schiavone. E’ un velo che si posa sui teli e sulle stanze vuote, dove ormai il poliziotto non si reca più. A meno che qualche fantasma, con la gola tagliata e un biglietto in tasca, non vada a trovarlo sulla soglia della sua porta d’ingresso ad Aosta. Umbra. Sono le ombre che lo circondano in certe notte umide, per le vie della Valle. Sono l’ombra di Marina, che ormai passa a trovarlo sempre più raramente, e si dilegua. Ma anche quella di Enzo Baiocchi, in fuga dal carcere di Velletri, ancora pericoloso e in cerca di una vendetta, mai trovata. La polvere e le ombre compongono il fondale di questo nuovo episodio della serie con protagonista il nostro Rocco , mandato lontano da Roma, ora ne siamo a conoscenza, per i suoi metodi poco ortodossi, male accolto ad Aosta per lo stesso motivo, ma dotato di un carisma che solo un vero poliziotto può avere. Anche questa volta Schiavone e la sua squadra si confrontano con un omicidio: il corpo di una trans è stato trovato nella Dora. Si tratta del finale di un gioco erotico, come succede spesso quando si ha a che fare con pratiche sadomaso, eppure qualcosa non convince. La scena del crimine è stata ripulita da cima a fondo, tutti i mobili sono stati portati via senza che nessuno nel palazzo abbia ad accorgersene. Il telefono della vittima “bonificato” da tutte le chiamate. Per Schiavone, ma anche per Baldi e Costa della procura, c’è la mano dei servizi. E forse ha anche ragione Michela Gambino, sostituto della polizia scientifica, esplosivo medico siciliano con l’ossessione per le scie chimiche e i complotti, un personaggio che fa il suo esordio in questo capitolo della serie. Forse c’è un piccolo gruppo di persone che manovra le vite di tutti. Un gruppo di persone potenti che continuano a riportare Rocco Schiavone lungo la sua vecchia strada: all’inseguimento di Baiocchi, alla ricerca del suo amico Seba, sparito da qualche giorno con la sua moto verso il confine, alla ricerca di un assassino di trans che si può permettere il lusso di eliminare tutte le sue tracce in una sola notte. Anche in questo caso l’autore riapre giochi che con il libro precedente parevano chiusi: dona vigore ad alcuni personaggi, presentandone altri, accompagnando il lettore verso piste inedite. Qui sono sempre più frequenti i momenti in cui Rocco si lascia andare alle emozioni, con Caterina, la collega poliziotta, con Gabriele, il suo vicino adolescente e metallaro con i genitori assenti; con Lupa il suo amore a quattro zampe; e forse anche con qualcuno della procura, che inizia a trattarlo come un essere umano… Quindi odi, rincorse, fughe, depistaggi, fantasmi del passato garantiscono sorprese continue in questo libro. E’ un noir mozzafiato dal ritmo perfetto con un meccanismo dai mille ingranaggi che non perde mai un colpo.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Consigliato a chi ha letto Antonio Manzini, 7-7-2007, il precedente libro che narra la storia del vicequestore Rocco Schiavone.
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Commenti

5 risultati - visualizzati 1 - 5
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Mian88
05 Settembre, 2017
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Mi ritrovo con le tue parole. L'ho ricevuto oggi dalla redazione, e lo sto ultimando proprio in queste ore. Colpisce sim dalle prime battute ed è impossibile staccarvisi.
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ornella donna
05 Settembre, 2017
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Grazie. Ritengo che tutta la serie del vicequestore Schiavone sia accattivante, a partire proprio della prima. Lo sono meno gli altri libri di Manzini, ma questa è una mia opinione.
Buona lettura.
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05 Settembre, 2017
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Concordo lettura molto piacevole come tutta la serie di Rocco schiavone, che ho già riletto due volte... complimenti ad Antonio Manzini
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Mian88
05 Settembre, 2017
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Dipende. "Orfani Bianchi" a me è piaciuto, "La giostra dei criceti", insomma. Comunque Schiavone rispecchia molto il Manzini dal vivo, ho avuto modo di assistere ad una serie di sue presentazioni e ho riscontrato molti tratti comuni. Se non avessi ancora avuto modo di assistervi, te lo consiglio, anche solo per farti un'idea di chi si cela "dietro la carta". Poi, premetto, io adoro le presentazioni in generale. :-)
Buona giornata
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ornella donna
05 Settembre, 2017
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grazie. è vero le presentazioni servono moltissimo a conoscere l'autore. Purtroppo abito in una piccola cittadina dove presentazioni non sono all'ordine del giorno, soprattutto i grandi autori. Ma c'è sempre il salone del libro di Torino..... Martedì prossimo, 12 settembre, presenterò il penultimo libro di Alessandro Perissinotto, Quello che l'acqua nasconde, e credimi il lavoro di preparazione per presentare un libro e il suo autore è notevole, ma ti fa apprezzare moltissimo sia lui che l'opera. Tra l'altro se non lo hai letto te lo consiglio di cuore. E' veramente notevole.
Buona giornata a te
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