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La storia italiana alla luce della narrativa
La commistione tra generi che si stenta a definire con sicurezza nella attuale narrativa pone qualche problema di identificazione anche per il coinvolgente romanzo di Giampaolo Simi, La ragazza sbagliata. Noir? Auto fiction? Poliziesco? Il libro sembra toccare tutto, ma anche oltre: un romanzo sulla memoria, sulla storia italiana meno indagata dalla narrativa, quella degli ultimi anni Novanta. Giampaolo Simi ambienta la sua narrazione nella settimana di ferragosto del 2016, ma riandando con la memoria ad un delitto che fece scalpore nella Viareggio del 1993.
Una ragazza appena diciottenne, Irene Calamai, bella brava e buona, viene trovata uccisa e seviziata in un bosco a ridosso della famosa costa della Versilia, dopo aver partecipato ad una festa nella casa di un celebre e potente scultore inglese, Thomas Beckford, la cui figlia, Nora, misteriosa ed solita all’uso di droghe e superalcolici, viene accusata del delitto. Nora dichiara la propria amnesia rispetto alla morte della rivale, ambedue le ragazze, infatti, flirtavano con Corrado Beltrami, playboy locale figlio di un uomo potente e chiacchierato. Dopo una prima assoluzione Nora Beckford viene ritenuta colpevole del delitto e condannata a quindici anni di carcere, che sconterà.
Il narratore della storia, il giornalista Dario Corbo, era all’epoca un giovane cronista praticante in un giornale della provincia e proprio sul delitto Calamai aveva fatto le sue prime esperienze di cronista di nera: la stampa aveva di fatto creduto nella colpevolezza di Nora: anche Corbo, presumibilmente aveva inconsciamente contribuito a questa versione dei fatti. Ora, nel rovente agosto 2016, Dario ha perso il posto di direttore di una rivista che si occupa di casi irrisolti, è stato lasciato dalla moglie Giulia, vive un difficile rapporto con il figlio Luca, adolescente e ribelle, non ha più un soldo. Un editore milanese gli propone di scrivere un libro sul caso Calamai, visto che Dario ne aveva scritto a profusione, per indagare su una vicenda non del tutto chiarita.
Da qui inizia la nuova inchiesta che Corbo, insieme alla sportiva e decisa Lavinia Monforti, magistrato coraggioso e vecchia amica di Nora, decidono di portare avanti contro i pregiudizi e i depistaggi che avevano caratterizzato il processo d’appello, che aveva ribaltato la sentenza di innocenza di Nora.
Ciò che è di più interessante ne La ragazza sbagliata, un romanzo lungo, a volte tortuoso, con qualche salto che potrebbe disorientare il lettore meno attento, è la ricostruzione dell’anno 1993: il contesto storico e sociale che aveva caratterizzato quegli anni sembrava costituire la vigilia di qualcosa di estremamente drammatico per la tenuta democratica del nostro Paese. Le stragi di mafia che uccideranno , la risoluzione di Cosa Nostra di passare a qualcosa di diverso dall’uccisione delle persone, magistrati o poliziotti, e di colpire il patrimonio culturale: ecco allora la strage fiorentina dei Georgofili, l’attacco al tritolo alle chiese romane di san Giorgio in Velabro e di San Giovanni e, infine, lo scampato pericolo della strage che sarebbe avvenuta se fosse esplosa la bomba piazzata nel parcheggio della stadio Olimpico.
Tutto questo ci racconta La ragazza sbagliata, l’intenso romanzo di Giampaolo Simi, che nella voce del protagonista, il giornalista ormai disoccupato per la crisi dei giornali cartacei, ha il coraggio di rivedere le proprie convinzioni, di rischiare in prima persona, di affrontare con coraggio civile pagine oscure nelle quali poliziotti, carabinieri, magistrati, servizi deviati, imprenditori corrotti hanno contribuito alla spaventosa crisi di credibilità e di tenuta della democrazia italiana. Nelle pagine finali del romanzo, Dario Corbo sembra voler chiedere scusa a nome di un’intera generazione alla povera Irene, morta per caso, assumendo la responsabilità morale che è in fondo di tutti noi.In questo testo la finzione si colora di elementi di attualità, mentre le vicende personali del protagonista, ottimamente intrecciate, ci portano verso quel genere divenuto ormai di gran moda, l’autofiction. Un libro da leggere, da ricordare e da elaborare, per non dimenticare.