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La danza del gabbiano di Andrea Camilleri
Siamo al 15°capitolo delle storie del commissario Salvo Montalbano! Il mese di maggio ha visto fiorire ben due scritti di Camilleri, non c’è stato nemmeno il tempo di depositare la memoria del suo Renoir, per raccogliere il frutto maturo, ma sempre di stagione del nostro Commissario per antonomasia. Un ennesimo noir che si tinge di sfumature sempre più sottese, baudelairiane, lo spleen di Montalbano si carica, a 57 anni, di note dolenti come se il suo animo non potesse più sopportare i contraccolpi della vita. Camilleri in un pirandelliano gioco delle parti confonde noi lettori mettendo a colloquiare idealmente il Montalbano di carta con quello televisivo e l’autore. In questo contraltare tra i due alter ego, l’autore gioca la sua finzione letteraria e spariglia le carte e ci meraviglia. L’apertura del romanzo ricalca l’incipit degli altri, le nottati sempre più spesso agitate, con le vicchiaglie dormiri diventa faticoso e una volta arrisbigliatisi non c’era più verso d’arrinesciri a ripigliari sonno. L’immagine del gabbiano morente precorre fatti connessi sì all’indagine in corso, ma diventa metafora della morte che si diverte a inscenare una danza scenografica negli ultimi spasmi di vita. I personaggi, gli ambienti naturali e i fatti criminosi hanno le stesse connotazioni e anche certi riferimenti all’attualità, quello che è diverso è la predisposizione d’animo del commissario, da una parte più cauteloso quasi trattenuto a freno da una sensazione di assuefazione, di dejà vu, dall’altra non può sottrarsi a una sorta di meraviglia dinnanzi alla natura e annichilimento dinnanzi alle perdizioni umane. La miscellanea linguistica che contraddistingue Camilleri si alterna per diventare ora lingua italiana burocratica e tecnica ora dialetto stretto; segue percorsi sinuosi e trabocchetti vari, democratica quando è necessaria, abbassandosi a livello dell’eterogeneità degli interlocutori, umorale quando il nirbuso non la regola più e la stravolge Questo romanzo è senz’altro uno dei più belli non tanto per l’originalità della storia, anzi sono presenti tutti gli ingredienti tipici del noir alla Camilleri, ma è diverso lo spirito che anima la materia narrativa e che ci rende così vicini a Montalbano e al suo artefice. Il segno inequivocabile dello scrittore ha ancora una volta inciso la nostra anima di lettori e la godibilità della lettura raggiunge vertici sempre alti.