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QUESTA ROMA GOTHIC MERITAVA DI MEGLIO
Mescoliamo una Roma da romanzo gotico, un po’ di spunti rubacchiati da thriller già letti o sentiti qua e là, buttiamoci dentro un po’ di religione, un po’ di Vaticano che fa tanto moda…di spunti ce ne sono tanti in questo lavoro di Carrisi…forse però andavano sviluppati con un po’ più di ordine, forse era meglio mettere un po’ meno carne al fuoco.
Ci troviamo in una Roma pre-apocalittica, un’ondata di piogge torrenziali minaccia di far saltare gli argini del Tevere, un black-out programmato farà restare Roma al buio per diverse ore, la profezia tanto temuta da Leone X, che in uno dei suoi ultimi proclami auspicava che Roma non restasse “mai, mai, mai” al buio si sta per avverare…tutto questo crea inquietudine, paura e angoscia nella gente comune, così come nelle forze dell’ordine che hanno organizzato una task force per sventare possibili crimini contro le cose, le persone, l’arte di cui Roma è pervasa.
Ma la polizia non è la sola ad agitarsi in preda all’angoscia, altri personaggi anelano o temono il buio.
Marcus il prete dell’ordine dei penitenzieri, una specie di detective vaticano con frequenti amnesie ed epistassi che proprio poco prima del coprifuoco si trova imprigionato da mano misteriosa nel Tullianum e ne esce illeso, ma dimentico di quanto gli è accaduto prima.
Il vescovo Erriaga vive la sua fervida fede immerso nel lusso e avrà bisogno di Marcus per ripulire la scena della morte di un altro porporato osannato dalle folle, ma morto in circostanze ben poco consone ad un religioso.
Sandra Vega, poliziotta autodeclassatasi dopo una serie di lutti che hanno sconvolto la sua vita, che da qualche anno è amante di Marcus.
Vitali, apparentemente un poliziotto dedito a ricerche e indagini più che futili, ma che chiaramente punta completamente ad altro.
Matilde Frai, una donna senza speranza il cui il piccolo figlio, Tobia, è stato rapito 9 anni prima e mai ritrovato.
Un serial killer di cui nessuno conosce il luogo di prigionia che come un moderno Hannibal Lecter guida Marcus nelle sue indagini…
E poi un Vescovo, un Giocattolaio, un Alchimista, tutti parte della Chiesa dell’Eclissi. E un Maestro delle Ombre al di sopra di tutti.
Il tutto poi riconduce alla scomparsa del piccolo Tobia Frai…cosa aveva di così speciale questo bambino? Chi l’ha rapito e perché?
La roccambolesca narrazione scorre bene e veloce nonostante la trovata iniziale del Tullianum che più che ad un prete dell’ordine della Santa Penitenzieria Apostolica fa pensare ad un incrocio tra James Bond e Mc Gyver (si libera dalle manette vomitando la chiave delle stesse che gli è stata fatta ingoiare…ma non aveva un’amnesia e non ricordava nulla di prima del suo risveglio? Ah no, scusate…le ha “sentite” dentro il suo stomaco…).
Dicevo, scorre bene, verso un finale che non è un finale.
Nel senso che la storia non finisce, il nostro Marcus tornerà sicuramente in un altro episodio.
Così come la sua amata, Sandra Vega.
Personaggi volutamente sgradevoli (Vitali e Rufo lo Scarafaggio) tanto da essere davvero poco credibili, porporati dalla doppia vita (anche qui…non certo una novità), si intuisce abbastanza in fretta che il bambino scomparso è figlio di qualcuno dei personaggi tirati in ballo da Carrisi…
Il pre-finale (perché come dicevo il finale, non c’è) se non altro non è scontatissimo, anche se era chiaro che l’amnesia di Marcus preludesse a qualcosa di grosso…
Non è scritto male, per certi versi mi ha ricordato un po’ Glenn Cooper (che non mi è mai piaciuto), ma se non altro in una salsa italiana un po’ meno sensazionalista e inverosimile. Certo è che mi aspettavo di meglio.
A mio parere sarebbe stato interessante approfondire la “direzione della fotografia”: pensate ad una Roma in versione gothic, al buio, semideserta per il black-out, con solo una pallida luce di luna ad illuminarla: avrebbe meritato delle descrizioni degne di questo nome, e non solo qualche accenno a monumenti sfregiati dai vandali o fugaci citazioni di Chiese immerse nel buio… se non ci fossero state queste brevi citazioni qua e là questo romanzo avrebbe potuto essere ambientato in una città qualsiasi.