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La signora dalla maschera d'oro
 
La signora dalla maschera d'oro 2009-06-02 14:18:30 Renzo Montagnoli
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Renzo Montagnoli Opinione inserita da Renzo Montagnoli    02 Giugno, 2009
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Sotto la maschera

La vicenda inizia con un mezzo di comunicazione modernissimo, quale Internet, e con una conversazione erotica in chat. Siamo nel XXI Secolo, epoca in cui l’acquisizione delle tecnologie è talmente rapida da non permettere di metabolizzarle e in cui si è sempre protesi al futuro, dimenticando rapidamente il passato.

In un periodo storico così tecnologico e avveniristico si perpetuano i riti della setta del Dio-toro dalle lontane origini etrusche, con cerimonie magiche, accoppiamenti fra gli adepti, omicidi rituali e perfino forme di cannibalismo.

E’ evidente il contrasto quindi fra un trascorso bestiale e un presente che a ogni istante che passa diventa futuro.

Con una trama del genere Giovanni Buzi va in carrozza, dando libero spazio alla sua fantasia, fatta di policromie, di un mix di sadismo e masochismo e di scene truculente, insomma un vero e proprio horror, ma…

Ma c’è una novità, perché l’autore innesta anche alcuni elementi propri del giallo con un’ispettrice di polizia che indaga sulla misteriosa morte di un giovane, la cui testa mozzata viene fatta trovare appunto davanti al commissariato.

Se i personaggi di contorno sono resi in modo autentico, così come è anche per la protagonista principale, un’affascinante signora con il volto coperto da una maschera d’oro, la figura della poliziotta è invece un po’ sotto tono, anche se occorre dire che Buzi ha tentato di creare qualche cosa di nuovo nella miriade di investigatori a cui la letteratura gialla ci ha abituato. Non è bella, è un po’ mascolina, fredda, non riesce a destare simpatia, ma, soprattutto, non sembra una detective, anche se poi dimostra il suo talento.

Il romanzo è ben costruito e riesce ad avvincere, anche angosciando, fino a quando si resta nel campo esclusivo dell’horror, ma allorché si vuole investigando scoprire il velo e risolvere il mistero zoppica un po’, tanto che il finale mi ha lasciato piuttosto perplesso, in quanto scontato.

Ed è un peccato, perché come trama horror è originale e coinvolgente, ma l’innesto del giallo non è perfettamente riuscito, tanto da far sembrare che nello stesso libro i romanzi siano due: uno, molto piacevole e tipicamente fantastico, e un altro, quasi banale, poliziesco.

Comunque, considerato lo stile dell’autore, la sua capacità di trascendere, di andar oltre nel campo dell’immaginario, la lettura resta senz’altro consigliabile.

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