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IL giorno del giudizio
Manca poco ormai al blackout totale sulla città di Roma, a causa del Tevere che minaccia di estirpare per le abbondanti piogge cadute, ed è proprio grazie a questo blackout forzato che la maggior parte della popolazione non vede l'ora di scendere per le strade e dar sfogo alla propria rabbia con atti di vandalismo,vendette, omicidi, in totale libertà.
Nel frattempo Marcus, il nostro protagonista prete che fa parte dell'ordine dei penitenzieri, si ritrova nudo e incatenato in una cella del Tullanium
Ma come c'è finito là sotto?
Qual è la profezia preannunciata dal Papa Leone X riguardo questo Blackout?
E chi è Tobia Frai ? il bambino scomparso nove anni prima?
Ed è proprio sulle tracce di quest'ultima domanda che Marcus insieme alla sua amica poliziotta Sandra Vega, cominciano la loro indagine che li porterà su una strada fatta di insidie e pericoli da affrontare, per scoprire la verità che si cela dietro a questi misteri.
La storia è un concatenarsi di colpi di scena, azione,e suspense il tutto è scritto in modo molto fluido e ben narrato, non ho trovato parti "riempitive", ottimi i dialoghi, le descrizioni sullo svolgimento della storia e i vari protagonisti.
Ho letto tutti i libri di Carrisi e anche questo mi è piaciuto, ma non come gli altri, un po' meno probabilmente perché ho associato l'atmosfera del blackout di Roma al film "il giorno del giudizio" di James De Monaco, dove il governo per abbassare i tassi di criminalità ha stabilito una volta all'anno e in un determinato giorno dodici ore per commettere qualsiasi attività criminale, anche l'omicidio senza essere puniti dalla legge.
Altri punti che non promuovono il libro a pieni voti, sono per il fatto che ho trovato alcune parti nonostante in linea con il racconto prevedibili, e anche per aver intuito alcune cose prima della fine del libro togliendomi in parte la sorpresa finale.
Nonostante alcuni particolari, rimane comunque un buon libro con una buona storia come d'altronde Carrisi sa fare, perciò mi sento di consigliarlo, e attendo il suo prossimo lavoro con la speranza di riscattare quello che non mi ha colpito in questo.
Buona Lettura
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Commenti
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e credo che presto mi condurra dentro questa lettura.
Nell'incipit scrivi "minaccia di estirpare" per il Tevere,
immagino volessi dire "straripare", se pure fosse un lapsus,
nella sua fortuità è bellissimo il tuo salto semantico veicolato dall'assonanza dei termini,
mi fa pensare ad una forza che strappa le radici dell'ordine,
assimilabile a quello che descrivi poi nella riga successiva.
Alessio
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