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Penelope e Velma sulle colline del Chianti
In cerca di una lettura frizzante e piacevole mi sono imbattuta in questo libro dalla copertina molto accattivante. Ho letto la sinossi e mi sono aspettata il meglio: un giallo impreziosito da ironia e una protagonista arguta e simpatica. Purtroppo le mie aspettative sono state in buona parte disilluse.
Ci troviamo a Londra, alla fine degli anni '90 e una donna di circa trent'anni, rimasta orfana dei nonni che l'hanno cresciuta, sta cercando una prima occupazione. La “zitella” si chiama Velma Hamilton ed ha origini italiane: diventerà l'improbabile segretaria di Penelope Poirot, nipote del celebre personaggio letterario e critica gastronomica, che però si autodefinisce “artista”.
Velma e Penelope partono alla volta dell'Italia, della Toscana in particolare, per trascorrere qualche giorno in una clinica salutistica diretta da Alex Cosser, un medico altoatesino con carisma e fascino da vendere. A questo punto si dipanano le fila di un mistery un po' annacquato e, secondo me, non particolarmente avvincente.
La scrittura di Silvia Arzola, questo il vero nome della scrittrice, è elegante e ricercata; l'idea da sviluppare nel romanzo era ottima, ma alla fine non sono rimesta pienamente soddisfatta dalla lettura.
Il carattere e l'interiorità delle protagoniste potevano essere indagati più a fondo: si fanno solo brevi accenni al loro passato, al vissuto che le ha rese come sono.
In conclusione, un libro per trascorrere qualche ora sotto l'ombrellone, personalmente però l'ho trovato poco coinvolgente come giallo, non sono riuscita a cogliere l'ironia dell'autrice e ho trovato le due protagoniste troppo evanescenti. Siamo ben lontani dal modello letterario a cui si fa esplicito riferimento nel titolo.
In sintesi: superficiale ma ben confezionato.
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per me che ho la passione per "il confezionamento" dei libri (copertina, caratteri di stampa delle pagine etc..),
è sempre un grande rammarico quando le premesse esterne non incontrano la qualità del contenuto,
allo stesso modo mi struggo quando una bella storia è prigioniera di un incarto indegno o di un'impaginazione respingente... Sono quindi solidale con te, mi dispiaccio per la tua delusione,
grazie comunque per averla condivisa in modo così ben argomentato!