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Da Bologna a L'Aquila
Sarti Antonio di professione "questurino", è protagonista dell'ennesima avventura scritta dal suo creatore Loriano Macchiavelli. Questa volta il poliziotto con la colite cronica, operativo presso la Questura di Bologna dovrà risolvere un intricato caso, ambientato tra la solita e immancabile Bologna e la città de L'Aquila, con tutti i problemi non ancora risolti legati alla ricostruzione post-terremoto. Tutto ruota attorno al furto di un quadro del pittore settecentesco Francesco Malagoli intitolato "La scimmia che ride" e che sembra interessare a molte, troppe persone appartenenti ai servizi segreti di diversi Paesi tra cui l'Italia, il Regno Unito, la CIA, tutti pronti a non fermarsi davanti a nulla ed a nessuno pur di mettere le mani sull'opera che sembra portare dietro di sé un segreto troppo importante da svelare e che trova la sua origine nei meandri della Seconda Guerra Mondiale.
Si tratta di una classica lettura estiva consigliata a chi ama i gialli intricati e conosce già il Commissario Sarti, o magari desidera avvicinarsi per la prima volta a questo personaggio sicuramente molto normale ed anche molto meno dotato di quell'acume indagatore che invece altri celebri detective della letteratura gialla e noir sembrano possedere . Questa volta poi la trama risulta avvalorata da una vicenda che scorre parallela nel passato durante la guerra, che riguarda molto da vicino la storia italiana del periodo fascista, e che si rivelerà fondamentale per comprendere le dinamiche dell'indagine. Altro aspetto degno di nota sono inoltre i continui rimandi all'attualità dei nostri giorni, la denuncia dei ritardi imputabili alla politica ed alla burocrazia italiana che non ha saputo reagire prontamente al disastro provocato dal terremoto a L'Aquila nel 2009 con i conseguenti disagi per la popolazione (il libro è stato scritto nel 2012 circa 3 anni dopo il terremoto quindi).
Gli elementi che invece potrebbero non essere apprezzati sono rappresentati da una certa farraginosità nel meccanismo narrativo che a lungo andare potrebbe stancare e appesantire la lettura in quanto solo nelle ultime pagine sarà possibile avere una visione d'insieme, oltre al fatto che l'autore spesso e volentieri infarcisce la vicenda con opinioni personali, battute sarcastiche, digressioni per raccontare più approfonditamente alcune sfaccettature dei vari personaggi. Ma questi aspetti rappresentano comunque il "marchio di fabbrica" dell'autore, per chi lo conosce.