Dettagli Recensione
Top 10 opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
Il fascino ingannevole dell'acqua
Sara Kim Fattorini, alla sua prima esperienza narrativa, pubblica con Sem il libro dal titolo: La chimica dell’acqua.
Sara Kim Fattorini è nata a Seul, in Corea del Sud, nel 1972. Adottata da una famiglia milanese, è cresciuta nel capoluogo lombardo, e si considera milanese a tutti gli effetti. Ha persino la erre moscia, caratteristica peculiare.
Con La chimica dell’acqua l’autrice ha scritto un giallo ambientato nel mondo dorato dell’alta borghesia milanese, dove convivono privilegi e miserie umane, e dove belle donne ed uomini d’affari si muovono tra invidie, rancori ed apparenze da mantenere ad ogni costo. L’autrice osserva con occhi colmi di pietà, senza mai giudicare.
I personaggi si muovono tra case e luoghi nascosti: Milano è una città chiusa, la cui bellezza è soprattutto all’interno delle case e dei cortili antichi, nei giardini che s’intravedono appena da un cancello socchiuso. Sotto questa apparente bellezza c’è una sorta di acqua scura che scorre nell’animo dei protagonisti, scura come l’acqua del Lago di Orta sulle cui rive vive (e spesso nuota per schiarirsi le idee) il protagonista del libro: il detective Guglielmo Corona:
“un bel tipo, il naso diritto, il sorriso, la risata, il timbro della voce alla Luca Word.”.
La morte violenta di un noto avvocato, principe del foro, ma di scarsi sentimenti, Attilio Giorgetti, diventa un caso di cui occuparsi. Ingaggiato dall’affascinante moglie di quest’ultimo, Adriana, che vuole fare chiarezza, anche per salvaguardare la sua posizione sociale. Guglielmo Corona ne approfitterà per fare ciò che più gli riesce: indagare l’animo umano. L’autrice scegliendo questo nome vuole fare un omaggio, al Guglielmo da Baskerville del Nome della rosa, e al suo professore di greco al Liceo, per sua stessa ammissione.
La trama gialla è ben congegnata, e conduce a sospettare di tutto e di tutti. Sara Kim Fattorini dissemina falsi indizi intorno a tutti i personaggi e nessuno appare senza colpa. Chi ha ucciso è una sola mano, ma nessuno è puro, perché i personaggi si perdono nei peccati più diversi: invidia, lussuria, superbia, ipocrisia, odio e manipolazione. L’invidia e l’acqua sono i temi dominanti del libro: l’invidia è peccato per eccellenza femminile, e sono molte le donne che ruotano intorno al detective e allo scomparso; mentre nell’acqua si muore e si nuota, attraverso di essa la realtà appare deformata, e alla fine in essa ci si lava, in un catartico lavacro dei peccati.
Un giallo elegante, di rara bellezza e qualità.